La Commissione europea ha effettuato quattro pagamenti all’Italia attingendo al Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG), per un importo complessivo di 35,16 milioni di euro che serviranno ad aiutare quasi 6000 lavoratori del settore tessile a trovare un nuovo lavoro.
Le richieste dell’Italia, approvate dalla Commissione nel settembre scorso, riguardano 5955 casi di licenziamento: 1816 licenziamenti in Lombardia (in 190 imprese), 1558 in Toscana (in 461 imprese), 1537 in Piemonte (in 202 imprese) e 1044 in Sardegna (in 5 imprese). Si tratta di esuberi di manodopera conseguenza della generalizzata delocalizzazione della produzione di indumenti e accessori dall’UE verso Paesi terzi a basso costo, nonchà© dell’aumentata importazione di prodotti tessili a basso prezzo da economie contraddistinte dai bassi costi salariali, per lo più dall’Asia.
«Questi pagamenti, i maggiori finora effettuati a partire dal Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, aiuteranno i lavoratori di più di 800 imprese e indicano che il FEG puಠsostenere i lavoratori delle piccole e medie imprese allo stesso modo di quelli delle grandi imprese» ha dichiarato il commissario europeo responsabile per l’Occupazione, gli Affari sociali e le Pari opportunità , Vladimà r àƒâ€¦à‚ pidla.
Il FEG, istituito dal Parlamento europeo e dal Consiglio alla fine del 2006, è uno strumento di solidarietà che aiuta i lavoratori offrendo loro misure attive del mercato del lavoro in seguito ai licenziamenti dovuti alla globalizzazione. Puಠconcedere un contributo finanziario a uno Stato membro nei casi in cui almeno 1000 lavoratori di un’impresa, di una regione e di un settore siano messi in esubero a causa di importanti cambiamenti dei flussi commerciali mondiali che determinino un aumento sostanziale delle importazioni nell’UE o un rapido declino della quota di mercato UE ovvero la delocalizzazione della produzione in Paesi terzi.
Finora nell’ambito del FEG sono pervenute e sono state approvate 12 domande per un importo complessivo di 67,65 milioni di euro, che hanno supportato casi di licenziamenti nell’industria automobilistica in Francia, Portogallo e Spagna, nel settore dei telefoni mobili in Germania e Finlandia e nel settore tessile a Malta, in Lituania e Italia.