Fare i conti

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“Andare CONTROMANO è rischioso, ma si vede la gente in faccia”

Titolone in prima pagina del principale quotidiano economico italiano in data 9 novembre: “Tria all’Europa: ‘Non sapete fare i conti’.

A chi fosse sfuggito, Giovanni Tria è il ministro dell’economia e delle finanze del governo italiano, quello presieduto dal facente-funzione presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a servizio dei due vice-presidenti, Matteo Salvini e Luigi di Maio, quest’ultimo a sua volta a servizio del primo.

Questa la formazione scesa in campo nella partita “Italia contro tutti nell’UE”, con le Istituzioni europee all’attacco e 27 governi alle loro spalle a fare catenaccio.

Invece di rimproverare Bruxelles di fare troppi conti e avere poca visione sul futuro dell’UE, i nostri – si fa per dire – accusano gli eurocrati di sbagliarli i conti. Detto da un governo che di Conte, fortunatamente, ne ha solo uno, e gli basta e avanza, e da un ministro dell’economia che slitta su parole e cifre: di lui si ricorda l’impegno assoluto a contenere il deficit all’1,6%, salvo obbedire docilmente a chi lo voleva almeno al 2,4%.

A Bruxelles Tria dovrebbe essere l’interlocutore competente per il dialogo sulla legge di bilancio, spinto dalla forte determinazione del ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, e frenato nelle retrovie dal ministro degli esteri, Enzo Moavero, alle prese con il flop della conferenza italo-libica, dalla quale tutti si stanno defilando.

Siamo comprensivi: con una squadra così, difficile concentrarsi sui conti. Sui propri e su quelli degli altri.

Possibile che siano solo gli altri, tutti compatti, a sbagliarli?

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