APICE è lieta di condividere il manifesto di Europe Must Act (EMA), il movimento nato per promuovere l’adozione di una nuova politica migratoria europea che ponga al centro il rispetto dei diritti umani e la garanzia di condizioni di accoglienza dignitose.
Ecco il testo completo del manifesto.
Il 9 settembre 2020, il campo per richiedenti asilo più grande d’Europa, Moria, situato nell’isola greca di Lesbo, ha preso fuoco, aggravando una situazione già estremamente precaria. Il campo di Moria ospitava circa 13.000 persone, malgrado una capienza ufficiale di meno di 3.000. Il 12 novembre 2020 Joseph, un bambino guineano di sei mesi, è morto in seguito al naufragio del gommone su cui viaggiava dalla Libia insieme alla madre ed altre 120 persone: nell’arco del 2020, più di 1000 persone sono morte annegate nel tentativo di raggiungere le coste italiane dalla Libia attraversando il Mar Mediterraneo. Il 23 dicembre 2020 nel campo di Lipa in Bosnia, già simbolo della gestione europea della rotta balcanica, è scoppiato un altro incendio che lo ha devastato, lasciando all’addiaccio più di 1.200 persone. A ciò si aggiunge la diffusa e documentata pratica dei respingimenti delle persone migranti le quali, oltre a vedersi negato l’accesso alla procedura di asilo, subiscono sistematiche ed efferate violenze fisiche e psichiche da parte delle diverse polizie di frontiera, in totale violazione degli ordinamenti giuridici degli Stati coinvolti, del diritto internazionale e del diritto europeo.
Il 23 Settembre 2020, la Commissione Europea ha presentato il Nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo, definito come un nuovo approccio alle politiche migratorie, al fine di trovare il giusto equilibrio tra responsabilità e solidarietà e di assicurare il rispetto del diritto di asilo, prevenendo disastri come quelli dell’incendio di Moria e dei naufragi nel Mediterraneo.
Tuttavia, tali obiettivi non sono riflessi nelle proposte contenute nel Patto, che continua a fondarsi su strategie di securitizzazione dei confini esterni dell’Unione Europea.
In particolare, tali politiche sono basate su:
i. Procedure di frontiera durante le quali i richiedenti asilo vengono bloccati, anche per anni, in campi sovraffollati (approccio cosiddetto “Hotspot”);
ii. Conclusione di accordi con paesi terzi dove vi sono sistematiche violazioni di diritti umani, come la Turchia e la Libia e che, in cambio di ingenti finanziamenti, si impegnano a controllare i propri confini e ad impedire a richiedenti asilo, rifugiati e persone migranti di raggiungere l’Europa;
iii. Assenza di un reale ed effettivo meccanismo di solidarietà e condivisione di responsabilità tra Stati Membri, lasciando pressoché invariato il principio cardine del Regolamento di Dublino per cui la responsabilità per la valutazione delle domande di asilo ricade prevalentemente sui paesi di primo ingresso, come Grecia, Italia, Spagna, Cipro o Malta.
L’unico meccanismo di “solidarietà” introdotto dal Nuovo Patto, infatti, non comporta una redistribuzione obbligatoria tra tutti gli Stati Membri ma lascia la possibilità di scelta tra accogliere richiedenti asilo sul proprio territorio o sponsorizzare [d] i rimpatri di persone migranti irregolari presenti nei paesi di primo ingresso. Rimangono assenti proposte realistiche di creazione di canali regolari e sicuri verso l’Unione Europa e concrete misure di integrazione di rifugiati e richiedenti asilo. Questo approccio non fa che rimarcare il carattere di deterrenza e contenimento dei flussi migratori delle attuali politiche europee.
Alla luce di questo, riteniamo necessario mandare alle autorità nazionali ed europee un forte segnale di opposizione a questo approccio alla migrazione, dimostrando quanto siano importanti per i nostri cittadini i valori fondamentali di solidarietà umana e di accoglienza, alla base della nostra Costituzione e della creazione dell’Unione Europea.
Cosa chiediamo?
- Invitiamo i comuni italiani ad identificarsi come comuni solidali con il movimento di Europe Must Act – Italia ed impegnandosi ad accogliere rifugiati, richiedenti asilo e persone migranti in particolare coloro che sono bloccati nei campi nelle zone di confine europeo – in un’ottica di accoglienza equa e diffusa e proporzionalmente alle proprie capacità. Tale impegno può concretizzarsi anche attraverso le procedure riconosciute dallo Stato italiano, come l’adesione volontaria al Sistema di accoglienza e integrazione (SAI, ex Sprar/Siproimi).
- Chiediamo al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Interni, al Ministro degli Affari Esteri, ai parlamentari italiani nel Parlamento Europeo e ai Presidenti delle istituzioni europee di operare in ogni sede ed, in particolare, durante le trattative sul Nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo, per:
- Promuovere lo svuotamento degli hotspot, attraverso il superamento del principio del primo paese di arrivo previsto dal Regolamento Dublino e creando meccanismi di redistribuzione tra Stati Membri, nel pieno rispetto degli standard internazionali di protezione dei diritti umani, attraverso i quali richiedenti asilo, rifugiati e persone migranti possano essere accolti dignitosamente.
- Mettere fine ad accordi con paesi terzi, come la Dichiarazione UE-Turchia ed il Memorandum di Intesa Italia-Libia, che condannano le persone migranti a sistematiche e documentate violazioni di diritti umani, in nome di una presunta difesa dei confini nazionali ed europei.
- Creare vie di ingresso legali e sicure verso l’Europa per richiedenti asilo, rifugiati e persone migranti.