
In un periodo in cui le fratture culturali tra serbi e kosovari sembravano creare nuove tensioni, la PACE (Parliamentary Assembly of the Council of Europe) sottolinea l’impegno degli elettori del piccolo stato dell’Europa sud-orientale a favore della democrazia.
Le elezioni tenutesi la scorsa settimana in Kosovo, dalle quali è uscito vincitore il premier uscente Albin Kurti con una maggioranza relativa del 41%, si sono svolte in modo pacifico e senza scontri, nonostante il linguaggio divisivo e l’incitamento all’odio utilizzati dai leader politici nel periodo pre-elettorale. Uno dei segnali di ricerca di forme democratiche legate al voto è rappresentato dalla partecipazione dei serbi del Kosovo, che hanno potuto esprimere le proprie preferenze politiche grazie a ben 28 liste in una sfida elettorale inclusiva che ha conferito equo spazio alle comunità di maggioranza e di minoranza. Inoltre, durante la sua missione pre-elettorale, la delegazione della PACE ha osservato che la campagna elettorale è stata piuttosto calma nonostante la polarizzazione e la retorica che hanno infiammato la scena e che hanno portato ad alcuni incidenti isolati, tra cui la distruzione di materiale elettorale e l’intimidazione dei candidati.
Non mancano gli aspetti negativi. Alcuni esempi. Gli strumenti e le possibilità per assistere le persone con bisogni speciali che garantiscano loro il diritto di votare sono limitate e la rappresentanza femminile nelle liste rimane bassa, anche a causa dei discorsi discriminatori online contro le donne. Non a caso, proprio l’utilizzo dei mezzi di comunicazione è stato un fattore determinante. I social media non sono stati abbastanza regolamentati e la disinformazione, insieme al boicottaggio da parte del governo di tre importanti emittenti televisive, sono risultati elementi che hanno reso più difficile la fruizione pubblica delle informazioni. Anche la Legge Elettorale del 2023, adottata con una larga maggioranza nell’Assemblea, ha causato qualche problema. Sono state infatti introdotte nuove modalità per il voto all’estero che consentivano agli elettori della diaspora di esprimere la propria preferenza anche di persona utilizzando documenti d’identità del Kosovo scaduti. Nonostante la buona volontà di allargare la partecipazione al processo elettorale, le modifiche attuate obbligano le autorità ad affrontare la questione del registro degli elettori che deve riflettere la realtà sia in patria che all’estero. Si eviterebbe così la formazione di liste elettorali obsolete che favoriscono la sfiducia e la paura di possibili manipolazioni.
Il rapporto di osservazione sulle elezioni sarà discusso nella sessione di aprile della PACE per migliorare il quadro elettorale, a maggior ragione in questo periodo incerto, poiché sarà complicato per il partito vincente creare una coalizione stabile accettata dall’opposizione.
Per approfondire: PACE