In totale sintonia con la Banca Centrale Europea (BCE), il Consiglio dei ministri europei economici e finanziari (ECOFIN) riunito a Bruxelles ha indicato nell’inflazione il «nemico principale» dell’attuale ciclo economico, tenendo sotto esame anche la politica di bilancio degli Stati membri.
«Speriamo che l’inflazione scenda verso il 2% nella seconda metà dell’anno» ha auspicato il commissario europeo agli Affari economici, Joaquin Almunia, riferendosi al tasso del 3,6% riportato da Eurostat relativamente al marzo scorso e osservando come anche secondo la Commissione (come per la BCE) i governi dell’UE «devono impedire effetti di secondo round quando negoziano i salari».
Il presidente dell’Eurogruppo, Jean Claude Juncker, ha rilevato che rispetto a due settimane fa i mercati finanziari «stanno comprendendo meglio il messaggio del G7 sui cambi e li incoraggerei a mantenersi su questa linea». Secondo Juncker, l’effetto del caro prezzi sulle condizioni di vita dei cittadini puಠessere fronteggiato «in qualche modo senza abbandonare i principi della moderazione salariale»; infatti, i governi che hanno già raggiunto l’obiettivo di medio termine per il bilancio pubblico «hanno qualche spazio di manovra per prendere misure a sostegno delle persone a basso reddito». Qualche preoccupazione è invece stata espressa rispetto a eventuali tagli delle tasse da parte di alcuni governi senza adeguati tagli di spesa, soprattutto per Francia e Italia, poichà© «ci sono dei rischi che la politica virtuosa del 2007 non prosegua nel 2008» ha aggiunto Juncker. La linea di Commissione ed Eurogruppo è che i Paesi ancora lontani dall’equilibrio di bilancio devono compiere passi sostanziali «più ambiziosi» per raggiungerlo nei tempi previsti (2010 con alcune eccezioni, l’Italia nel 2011). Va evitato il rischio di raggiungere e superare il tetto del 3% nel rapporto deficit/PIL, mentre i Paesi che non hanno raggiunto l’equilibrio di bilancio devono ridurre il deficit in termini strutturali di almeno lo 0,5% all’anno.
àˆ stato inoltre proposto di evitare aumenti retributivi «scandalosi» per manager e dirigenti di impresa (bonus speciali, liquidazioni «d’oro»), secondo una svolta etico-politica «in linea con la moderazione salariale». Così come dei comitati di vigilanza finanziaria e bancaria dovranno riferire «continuamente» al comitato economico e finanziario dell’UE (in cui sono rappresentati i ministri dell’Economia) le informazioni sulla stabilità finanziaria, con l’obiettivo di rendere possibile la definizione di «interventi politici comuni da parte delle autorità ».