E’ già ora di preparare le prossime elezioni europee

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Le urne in Europa hanno consentito al Parlamento europeo di esprimersi sulla candidatura alla presidenza della Commissione europea, poltrona importante nella plancia di comando UE, ed è già ora di pensare alla prossima scadenza, quella della primavera del 2029, quando le elezioni a suffragio universale diretto per il Parlamento europeo compiranno mezzo secolo di vita: quanto basta per un bilancio della strada percorsa da quel lontano  1979, con un mondo profondamente cambiato e l’Unione Europea fino ad oggi lenta a cambiare.

Alla fine di questo mezzo secolo saranno capitate molte cose: il mondo avrà una popolazione di quasi 9 miliardi di persone, l’Occidente sarà molto ridimensionato, gli USA volgeranno lo sguardo all’Indo-pacifico, l’ India competerà con la Cina, forse  non solo per il numero degli abitanti, l’Africa già un grande giacimento di risorse naturali emergerà con una popolazione molto giovane, i Paesi del sud globale non saranno più al traino delle potenze del novecento e verranno riconfigurate anche le alleanze militari.

In questo mezzo secolo dovrà cambiare anche l’Europa, diventata in gran parte Unione Europea con 27 Paesi, dopo averne perso uno per strada, ma al lavoro per accoglierne un’altra decina nel prossimo decennio e portare quasi a compimento quella riunificazione continentale perseguita con pazienza fino dagli anni ‘50 del secolo scorso. 

Nel mondo nuovo che verrà non saremo più l’Europa che nei secoli fu al centro del mondo, ma sempre più “un piccolo promontorio dell’Asia” nell’orbita di quello spazio Indo-Pacifico dove gli Stati Uniti, qualunque sarà la futura presidenza, sposteranno il baricentro delle loro priorità, consentendo forse all’Europa di avviarsi finalmente verso una reale “autonomia strategica”.

Quando le guerre si esauriranno, l’Unione Europea proverà a tornare a dialogare con la cultura e il popolo russo e sarà più impegnata a favorire tra i suoi vicini, Israele e Palestina, la costruzione paziente di due Stati per due popoli e a trovare percorsi umanitari per i flussi di migranti di cui capiremo finalmente di avere bisogno per far sopravvivere la nostra economia e ringiovanire la nostra invecchiata società.

Molti altri avvenimenti, armi nucleari e crisi climatica permettendo, cambieranno il volto di questo mondo in cui siamo cresciuti, al riparo da rivolgimenti e tragedie con gli oltre settant’anni di tregua che l’Unione Europea ha contribuito a farci godere.

Da questo cantiere è urgente ripartire subito in vista delle prossime elezioni europee, con una ripresa sostenibile e coraggiosa di politiche per la salvaguardia del pianeta, con una profonda revisione del nostro cosiddetto modello di sviluppo, con una progressiva politica fiscale comunitaria a sostegno di una ritrovata solidarietà e coesione, per evitare che le crescenti disuguaglianze distruggano quello che resta del tessuto sociale delle nostre comunità e delle nostre democrazie in affanno.

Per provare a fare tutto è necessario, tanto a livello nazionale che comunitario, ripartire ricostruendo le nostre democrazie dalle macerie in cui le hanno ridotte la mancata partecipazione civica e la disaffezione alla politica, come testimoniato ancora dal crescente tasso di astensionismo nelle recenti elezioni e il suo pesante impatto sulla legittimità democratica delle nostre Istituzioni rappresentative. 

Vale per l’Italia, con le prevaricazioni del potere esecutivo su quello parlamentare e giudiziario, e per l’Unione il cui assetto istituzionale va radicalmente rivisto, avviando un paziente processo costituente che faccia progredire la sovranità europea a rafforzamento di quella nazionale e la doti di un vero legislatore federale in grado di contrastare le spinte intergovernative che stanno demolendo il progetto europeo.

Non saranno troppi i cinque anni a disposizione per incamminarci in questa direzione, con una pedagogia paziente, esercitando un rigoroso controllo democratico sulle Istituzioni UE chiamate a governarci in questa nuova e difficile legislatura 2024-2029.

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