Draghi in un mondo che cambia

160

Mentre Mario Draghi arriva ai comandi dell’Italia con una missione di salvataggio non proprio facile, si aprono per il nostro Paese nuovi orizzonti e sfide che dall’Europa partono poi verso il mondo intero, in piena mutazione. Per l’Europa, la ripresa economica italiana è intimamente legata non solo alla tenuta della zona euro nel suo insieme ma al futuro di tutta l’Unione Europea. Dall’altra parte dell’Atlantico, l’arrivo di Joe Biden alla Presidenza degli Stati Uniti con l’obiettivo di riscrivere la pagina dell’”America first” e sostituirla con “America is back”, risponde alla posizione internazionale sottolineata senza ambiguità dal nuovo Governo italiano: ”Europeismo e atlantismo”.

Con questo suo nuovo profilo, tre sono gli appuntamenti all’orizzonte che vedono l’Italia in prima linea sulla scena internazionale e al centro delle questioni globali: il G7, il G20 e la COP 26. Sul tavolo dei negoziati, spiccano in particolare tre temi di grande peso, intrecciati fra loro: la lotta alla pandemia, le misure per rilanciare le economie, pesantemente indebolite dal Covid 19 e la lotta ai cambiamenti climatici. 

La recentissima riunione informale del G7 presieduta da Boris Johnson (Il G7 ufficiale si terrà a giugno) ha già offerto un primo riscontro sul ritorno di un multilateralismo più condiviso e, in prospettiva, più efficace. La decisione di considerare il vaccino anti covid un bene comune, di elaborare un piano globale ed equo di distribuzione dei vaccini e di destinare 7,5 miliardi di dollari al riguardo, fa sperare in una ritrovata cooperazione fra le democrazie più industrializzate del G7 e una prima risposta a quello che Guterres, il Segretario Generale dell’ONU, ha definito “il più grande test morale da superare per la comunità globale”. 

Farà seguito a questo primo banco di prova del G7 e sotto presidenza italiana, la preparazione nei prossimi mesi del G20 che si terrà ad ottobre. Il tema della salute globale sarà di nuovo al centro delle discussioni fra le maggiori economie del mondo (rappresentano l’80% del PIL mondiale) e sarà responsabilità dell’Italia indicare la strada  ai venti Paesi verso uno sforzo comune per la salute di tutti gli abitanti del Pianeta. Un primo appuntamento al riguardo è fissato a Roma per il mese di maggio, in cui si terrà il “Vertice globale della salute”, un Vertice che darà una prima misura degli orientamenti delle grandi potenze di fronte alle nuove sfide globali, in cui salute e ripresa economica, equa e inclusiva, sono ormai indivisibili.

La lotta al cambiamento climatico, altro tema di rilevante importanza, verrà discusso nel mese di novembre a Glasgow alla Cop 26. Il Regno Unito, in partenariato con l’Italia, assumerà la presidenza dell’evento, segnato in particolare dal ritorno degli Stati Uniti nell’accordo di Parigi. Se, da una parte si tratta di un altro importante segnale dei cambiamenti multilaterali in corso, dall’altra sarà l’occasione per misurare le volontà politiche dei Paesi aderenti, e dell’Europa in particolare, chiamati ad una transizione energetica sempre più urgente.  

Lo scenario mondiale è quindi in grande movimento e cambiamento. Con il ritorno degli Stati Uniti di Biden si aprono scenari nuovi anche per l’Europa e per l’Italia, scenari che chiamano a nuove riflessioni e atteggiamenti nei rapporti con la Cina e con la Russia, a riflessioni sul ruolo della NATO e sulla difesa della democrazia nel mondo. Alle frontiere dell’Europa premono altre sfide non meno importanti: dalle migrazioni ai conflitti intorno al Mediterraneo, con Siria e Libia in testa, dal rapporto con l’inquietante Turchia alle relazioni con i Paesi dei Balcani, tuttora nell’incertezza fra un’adesione all’Unione Europea e uno sguardo alla Russia e alla Cina. 

Sono grandi sfide alla ricerca di un’adeguata governance mondiale, per la quale il nostro Paese sarà chiamato a dare un suo importante e autorevole contributo.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here