Disoccupazione: le differenze tra le regioni dell’UE

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I livelli di disoccupazione nell’UE, molto diversi tra Stati membri, presentano variazioni ancora maggiori se si considerano le regioni: si passa da un tasso minimo del 2,6% a un massimo del 28,5%, mentre tra i giovani le differenze sono ancora più accentuate e variano dal 5% a quasi il 60%. àˆ quanto emerge da uno studio di Eurostat su 266 regioni dell’UE.
In generale, il tasso di disoccupazione è diminuito nell’ultimo anno in tre quarti delle regioni dell’UE. Trenta regioni presentano tassi inferiori al 4%, cioè circa la metà   del tasso medio dell’UE-27: di queste, nove si trovano nel Regno Unito, otto in Italia, sei nei Paesi Bassi, cinque in Austria e una in Repubblica Ceca e Danimarca. Sedici regioni registrano invece tassi superiori al 16,4%, cioè circa il doppio della media europea: sei in Germania, quattro in Francia, due in Slovacchia e Polonia e una in Belgio e Spagna. I tassi più bassi sono rilevati nelle regioni della Scozia nord-orientale e nella provincia autonoma di Bolzano (2,6%), mentre i più elevati riguardano la regione francese oltreoceano della Guyana (28,5%).
La disoccupazione femminile è particolarmente elevata nella Guyana francese (32,7%) e nella regione spagnola di Ceuta (29,9%), mentre è molto bassa nella regione ceca di Praga (2,7%), nella britannica Cheshire (3%) e nell’olandese Zeeland (3,1%). In ogni caso, il 70% delle 266 regioni europee esaminate da Eurostat presenta tassi di disoccupazione femminile più elevati di quelli maschili.
Preoccupante la situazione della disoccupazione giovanile (15-24 anni): nel 70% delle regioni dell’UE si registrano tassi almeno doppi di quelli relativi a tutta la popolazione. Le differenze regionali sono perಠenormi: si passa dal minimo delle olandesi Noord-Brabant (5%) e Gelderland (5,2%), ai livelli massimi rilavati nelle francesi oltreoceano Guadalupe (59,9%), Martinique (56,1%) e Rà©union (50,4%). In 23 regioni dell’UE i tassi di disoccupazione giovanile sono inferiori all’8,7%, mentre in otto regioni superano il 35%: tre in Francia e tre in Italia (Sicilia, Calabria e Campania), due in Belgio e due in Polonia, una in Slovacchia.

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