Il Parlamento europeo ha adottato una direttiva per il mercato europeo degli armamenti e dei mezzi militari, che migliora la regolamentazione introducendo autorizzazioni preventive al trasferimento, condizioni per il rilascio delle licenze, un Registro dei trasferimenti e certificazioni sull’affidabilità delle imprese.
La direttiva mira a semplificare le norme e le procedure applicabili al trasferimento intracomunitario di prodotti destinati alla difesa al fine di garantire il corretto funzionamento del mercato interno, tuttavia non incide sulla discrezionalità degli Stati membri in materia di politica di esportazione dei prodotti destinati alla difesa e non pregiudica loro la possibilità di proseguire e intensificare cooperazioni intergovernative.
Il campo di applicazione della nuova normativa comprende una lunga serie di prodotti destinati al settore della difesa, che vanno dalle armi e gli armamenti di ogni tipo a carri armati, navi e aerei da guerra, fino ad apparecchiature varie e agenti chimici.
Le licenze potranno essere generali, globali o individuali. In forza alla direttiva, gli Stati membri dovranno definire tutte le modalità e le condizioni delle licenze di trasferimento, comprese eventuali restrizioni all’esportazione di prodotti destinati alla difesa a destinatari di Paesi terzi, tenendo conto, tra l’altro, «dei rischi che il trasferimento presenta per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, della pace, della sicurezza e della stabilità ». Nel rispetto del diritto comunitario, gli Stati membri potranno avvalersi della possibilità di richiedere «garanzie circa l’impiego finale, inclusi certificati relativi all’utilizzatore finale». Inoltre, potranno in qualsiasi momento revocare, sospendere o limitare l’uso delle licenze, «per ragioni di tutela degli interessi essenziali della loro sicurezza, dell’ordine pubblico o della pubblica sicurezza o per il mancato rispetto delle modalità e condizioni cui è subordinata la licenza». Gli Stati membri dovranno inoltre assicurarsi che i fornitori tengano un registro dettagliato e completo dei loro trasferimenti, conformemente alla legislazione in vigore, che dovrà essere conservato per almeno tre anni.
La Rete italiana per il disarmo applaude il voto dell’Europarlamento, soprattutto perchà© nella risoluzione adottata e sostenuta da praticamente tutti i gruppi politici si ribadiscono «fermamente» critiche «all’attuale stallo politico» e soprattutto riguardo alla mancata adozione della posizione comune in merito alla revisione del Codice di condotta UE sulle esportazioni di armi al fine di «trasformarlo in un efficace strumento di controllo». Va ricordato infatti, osserva la Rete disarmo, che attualmente tale Codice è solo un elenco di prescrizioni senza valore vincolante e sanzionatorio, e soprattutto non esiste una struttura condivisa di gestione dello stesso a livello di controlli. Nel chiederne l’adozione «senza ulteriori indugi», l’Europarlamento sottolinea dunque che il contributo dell’UE a un trattato sul commercio di armi internazionalmente vincolante (sollecitato dalla coalizione internazionale Control Arms e oggetto di discussione all’ultima Assemblea Generale ONU) «acquisterà notevole credibilità non appena diverrà giuridicamente vincolante il regime comunitario di controllo delle esportazioni di armi». Le organizzazioni che fanno parte di Rete Italiana per il Disarmo auspicano quindi che «l’importante presa di posizione ufficiale del Parlamento europeo spinga anche i governi nazionali a fare la loro parte verso un mondo più sicuro con meno armi in circolazione, e stimolino anche le realtà dell’associazionismo e della società civile a riprendere un lavoro serio ed approfondito verso percorsi di disarmo».