Croazia verso l’adesione all’UE, problemi per la Turchia

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I negoziati di adesione con la Croazia possono concludersi nel 2009, se il Paese candidato intensificherà   la lotta alla criminalità   organizzata e alla corruzione, mentre la Turchia ha fatto registrare un rallentamento delle riforme e una polarizzazione della società  , perciಠè invitata a un maggior impegno soprattutto sulla libertà   di espressione, di stampa e di culto.
La situazione dei prossimi potenziali allargamenti dell’UE è stata discussa dal Parlamento europeo, che nella risoluzione approvata si congratula con la Croazia «per i buoni risultati raggiunti nel 2008 con l’adozione della pertinente legislazione e l’attuazione delle riforme necessarie per qualificarsi per l’adesione all’UE». Gli eurodeputati ritengono perಠnecessario che le autorità   croate compiano «sforzi più incisivi» nel settore giudiziario, anche per garantire che i crimini di guerra siano trattati conformemente a norme comuni, a prescindere dall’origine etnica. Il governo croato è inoltre invitato a mettere a disposizione i documenti militari relativi al caso Gotovina (ex generale croato accusato di crimini di guerra contro la popolazione serba nel 1995), completando così le richieste di assistenza giunte dal Tribunale Penale Internazionale per la ex Iugoslavia.
Molto diversa la situazione della Turchia, Paese con cui il negoziato di adesione avviato nel 2005 «costituisce il punto di partenza di un processo di lunga durata e senza limiti di tempo» sottolinea il Parlamento europeo, esprimendo perಠpreoccupazione per il continuo rallentamento del processo di riforma registrato per il terzo anno consecutivo. Il governo turco è quindi invitato «a dare prova della propria volontà   politica di portare avanti il processo di riforma». Ad esempio, l’Europarlamento deplora che gli sforzi intrapresi per riformare la Costituzione «siano sfociati in una polemica sulla questione del velo e abbiano accentuato la polarizzazione della società  », condanna le continue ostilità   ai danni delle minoranze etniche, le diffuse discriminazioni di genere e il fatto che la libertà   di espressione e la libertà   di stampa «non siano ancora pienamente tutelate». Ai leader politici della Turchia è quindi richiesto di adoperarsi «seriamente» per avviare un dialogo e concordare un piano per le riforme finalizzato a modernizzare il Paese, «creando una società   democratica, pluralista, secolare e prospera, basata sullo Stato di diritto».
Il Parlamento europeo ha ribadito poi il pieno supporto alla prospettiva europea dell’ex Repubblica iugoslava di Macedonia e di tutti i Paesi dei Balcani occidentali, cosa «essenziale per la stabilità  , la riconciliazione e il futuro pacifico della regione», chiedendo di risolvere le questioni pendenti tra la Macedonia e i Paesi confinanti così da accelerare il processo di adesione e prendere entro l’anno una decisione sull’apertura dei negoziati, per un Paese che ormai da tre anni ha ottenuto lo status di candidato.

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