Croazia: un sì per l’Europa

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Domenica 22 gennaio il 67% dei croati che si sono recati alle urne per il referendum di adesione hanno detto il loro sì all’Europa.
Seppure l’affluenza sia stata bassa (di poco inferiore al 44%) e non siano mancate le voci di quanti discordano con l’adesione all’Unione, nel Paese è prevalsa la voglia di continuare il cammino di integrazione europea che lo porterà a divenire, il 1 luglio 2013, il 28° Paese dell’UE, appena il trattato verrà ratificato degli altri Stati membri.
Il nuovo Presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, ha ricordato come questo risultato stia ad indicare, seppure in questo periodo di difficoltà, la capacità di attrattiva dell’Unione Europea. Commenti favorevoli anche dai Presidenti della Commissione e del Consiglio, José Manuel Barroso e Herman Van Rompuy, che in un comunicato congiunto hanno espresso le loro congratulazioni per il coraggio politico e per le riforme decise dal Paese per entrare a far parte dell’Europa.
La Croazia è il secondo paese della Ex-Jugoslavia ad entrare nell’Unione Europea, dopo la Slovenia: i negoziati sono stati tra i più lunghi, durati infatti più di 6 anni, e tra i più difficili, (sia per criteri e metodi di valutazione più severi voluti da Bruxelles dopo esperienze negative con altri Paesi, sia per la situazione in cui si trovava il Paese dopo la guerra del 1991-1995), si sono sbloccati solamente nel 2005 quando il Paese ha collaborato attivamente alle ricerche del generale Ante Gotovina, mettendo sulle sue tracce il Tribunale internazionale per i crimini di guerra.

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