Cresce la produttività   nell’UE, male l’Italia

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Secondo la Commissione europea, la produttività   in Europa è tornata a crescere dalla seconda metà   del 2005, una crescita in parte strutturale e che sarà   confermata nell’anno in corso e nel prossimo, seppur a ritmi più ridotti. L’Italia è perಠil fanalino di coda dell’UEM.
Il Rapporto sull’economia europea 2007, pubblicato dalla Commissione, rileva che nel 2006 la crescita della produttività   è stata dell’1,5% nell’UE e dell’1,4% nella zona euro, contro lo 0,9% registrato ad esempio negli USA. Un confronto che, seppur a tassi inferiori, dovrebbe restare favorevole all’Europa sia nel 2007 che nel 2008. Nella zona euro, il miglioramento è dovuto soprattutto al settore privato tedesco.
«àˆ possibile che le passate riforme che hanno aumentato la produttività   abbiano cominciato a farsi finalmente sentire» ha dichiarato il commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia, osservando perಠche «i dati disponibili indicano che una gran parte dell’accelerazione deve essere attribuita all’andamento positivo del ciclo economico».
La cautela quindi è molta, anche perchà© i dati mostrano come la produttività   oraria del lavoro sia costantemente calata nei 15 «vecchi» Stati membri dell’UE: dal 2% nel periodo 1991-1995 all’1,5% nel 1995-2000 e all’1% nel 200-2005. La crescita della produttività   oraria (cioè il PIL reale per occupato) dovrebbe aumentare dell’1,2% nella zona euro sia nel 2007 che nel 2008, per raggiungere l’1,3% nel 2009. Va perಠricordato che era stata dell’1,4% nel 2006.
L’Italia, con una crescita della produttività   dello 0,2% nel 2006 a fronte di una media dell’1,4% nell’UEM e dell’1,5% nell’UE, è evidentemente messa piuttosto male. àˆ pur vero che c’è stato un miglioramento rispetto al -0,5% del periodo 2001-2005 e che si prevede un aumento di produttività   dello 0,8% nel 2008 e dello 0,9% nel 2009, ma comunque il prossimo anno l’Italia sarà   insieme alla Spagna il Paese della zona euro che registrerà   la crescita più debole. Questo anche per le regolarizzazioni di lavoratori immigrati non dichiarati attuate dai due Paesi: l’aumento dell’occupazione ha infatti un effetto negativo sull’andamento della produttività  , almeno temporaneamente. In ogni caso, osserva il Rapporto, la crescita di produttività   italiana è stata debole soprattutto nel settore delle imprese private (0,3%) ma anche nei servizi, con una crescita minima nel commercio (0,4%) e addirittura negativa nel comparto dell’intermediazione finanziaria (-1,6%). Bene invece la Germania e la Francia, con una crescita del tasso di produttività   rispettivamente dell’1,7% e dell’1,5% nel 2006.

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