«L’umanità si trova ad affrontare una grave emergenza», per questo 56 giornali di 45 Paesi hanno deciso di «parlare con una unica voce» in un editoriale comune, esortando i leader politici a «fare la scelta giusta» alla Conferenza dell’ONU sui cambiamenti climatici apertasi a Copenaghen.
L’articolo, pubblicato sui principali quotidiani di tutto il mondo (per l’Italia «la Repubblica») in un’iniziativa unica per importanza e diffusione, sottolinea infatti come i rappresentanti politici che si riuniscono a Copenaghen «hanno la possibilità di decidere quale sarà il giudizio della storia su questa generazione: una che ha capito la minaccia e che ne è stata all’altezza con le sue azioni oppure una talmente stupida da aver visto arrivare la catastrofe e da non avere fatto alcunchà© per impedirla».
Dando un esempio di unità transnazionale per un obiettivo comune, i 56 giornali osservano che senza unità per intraprendere azioni decisive «il cambiamento climatico devasterà il nostro pianeta e con esso la nostra prosperità e la nostra sicurezza». I fatti sono evidenti e amare le constatazioni su quanto fatto finora: «11 degli ultimi 14 anni sono stati i più caldi mai registrati, la calotta artica si sta sciogliendo e i surriscaldati prezzi del petrolio e dei generi alimentari sono solo un assaggio della distruzione che ci attende. Sulle pubblicazioni scientifiche la domanda non è più se la causa sia imputabile agli essere umani, ma quanto è breve il tempo che abbiamo ancora a disposizione per contenere i danni. Nonostante tutto cià², fino a questo momento la risposta del mondo è stata tiepida e debole».
La richiesta ai partecipanti alla Conferenza dell’ONU è di trovare un accordo per contenere entro i 2 °C gli incrementi della temperatura, un obiettivo che richiederà che il picco globale delle emissioni e l’inizio del loro successivo decremento avvenga entro i prossimi 5-10 anni. «Ci appelliamo ai rappresentanti dei 192 Paesi riuniti a Copenaghen affinchà© non esitino, non si lascino prendere la mano dalle controversie e non si accusino reciprocamente, ma che ricavino delle opportunità dal più grande fallimento della moderna politica» si legge nell’editoriale comune, che ammonisce: «Si dovrebbe evitare una lotta tra il mondo ricco e quello povero o tra Occidente e Oriente. Il cambiamento climatico colpisce tutti e deve essere risolto da tutti».