Conseguenze della lotta all’immigrazione «illegale»

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Nel mese di giugno sono morte almeno 185 persone (migranti e richiedenti asilo) alle frontiere dell’UE, 173 delle quali nel solo Canale di Sicilia secondo la rassegna on line Fortress Europe, mentre aumentano gli sbarchi e cala il livello di diritti nei Paesi di provenienza dei flussi migratori.
Nei primi cinque mesi del 2008 sono sbarcate sulle coste italiane 7077 persone secondo dati del ministero dell’Interno, un numero triplicato rispetto alle 2087 registrate nello stesso periodo del 2007, e con l’aumento dei viaggi di migranti cresce il numero delle vittime: 311 quelle rilevate da Fortess Europe nel Canale di Sicilia tra gennaio e giugno (556 le vittime documentate in tutto il 2007). Tra le persone giunte nei primi sei mesi di quest’anno sulle coste italiane si registra un aumento delle donne (l’11% contro l’8% del 2007) e dei rifugiati del Corno d’Africa (30%), in particolare da Sudan e Somalia, secondo l’organizzazione Medici Senza Frontiere (MSF).
Mentre restano sconosciute le regole d’ingaggio dei pattugliamenti attuati dall’agenzia europea per il controllo delle frontiere Frontex nell’ambito dell’operazione Nautilus III nel Canale di Sicilia, un’inchiesta di un giornalista tedesco (Roman Herzog) rivela che alcune unità   navali di Frontex sequestrano viveri e carburanti dalle navi dei migranti per obbligarli a ritornare verso i porti di partenza, pratica non smentita dal direttore di Frontex.
Intanto le autorità   della Libia rendono noto di aver rimpatriato 30.940 immigrati nel corso del 2007 e reclamano dall’UE un miliardo di euro di aiuti. In Libia è segnalata come particolarmente grave la situazione dei profughi eritrei: 700 uomini, 60 donne e 30 bambini detenuti da oltre due anni a Mishratah e altri 133 detenuti a Ijdabiya dopo essere stati intercettati e respinti in mare.
Un recente Rapporto di Amnesty International accusa l’UE e la Spagna per le condizioni di detenzione dei migranti in Mauritania, importante Paese di transito dei flussi verso le Canarie: dal 2006 migliaia di migranti sono detenuti nel campo costruito a Nouadhibou con fondi spagnoli ed espulsi alla frontiera con Senegal e Mali, mentre i pattugliamenti di Frontex nell’Atlantico hanno portato al respingimento di circa 5000 migranti, alcune centinaia dei quali detenuti per mesi in condizioni degradanti prima del rimpatrio. Si stima che almeno 12.000 migranti africani siano stati arrestati e deportati nel 2007 nella regione di Tamanrasset, nel sud-est algerino, Paese dove sono in allestimento alcuni centri di detenzione in collaborazione con governi dell’UE. Dall’Italia si segnala la ripresa di espulsioni collettive verso l’Egitto, prassi condannata nel 2004 dalla Corte europea dei diritti dell’uomo: «O gli immigrati sono stati rimpatriati in Egitto senza provvedimenti formali, con un gravissimo abuso rilevante anche in sede penale, oppure sono stati rimpatriati sulla base di provvedimenti illegittimi, adottati al di fuori delle procedure previste dal Testo Unico sull’immigrazione» osserva l’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI), annunciando verifiche ed eventuali denunce a livello nazionale e internazionale.
Tutto ciಠavviene mentre un Rapporto dell’International Organization for Migration (IOM) dimostra come non sia in corso alcuna invasione dall’Africa subsahariana e che la maggior parte dei migranti senza documenti giunge nell’UE con visto turistico e non via mare.

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