Colmare la disparità   salariale tra donne e uomini

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Nell’UE le donne continuano a guadagnare in media il 15% in meno degli uomini e fino al 25% in meno nel settore privato, un divario che «non tende a ridursi in modo significativo» secondo il Parlamento europeo che chiede alla Commissione di presentare entro la fine del 2009 delle proposte legislative per garantire la parità   retributiva.
Il divario nella disparità   retributiva di genere varia sensibilmente tra gli Stati membri dell’UE, da un minimo del 4% a un massimo del 25%, ma in generale l’Europarlamento sottolinea come mediamente «una donna deve lavorare fino al 22 febbraio (ossia 418 giorni di calendario) per guadagnare quanto un uomo guadagna in un anno».
Sottolineando che l’applicazione del principio di parità   retributiva per lo stesso lavoro e per un lavoro di pari valore «è essenziale per conseguire la parità   di genere», il Parlamento europeo raccomanda quindi l’introduzione di definizioni più precise riguardo la parità   retributiva, all’analisi della situazione, alla valutazione del lavoro e alla classificazione delle professioni, all’ampliamento delle competenze degli organismi di parità  , al dialogo sociale, alla prevenzione della discriminazione, all’integrazione della dimensione di genere e all’inasprimento delle sanzioni.
I comparti economici e le aziende sono invitati a valutare i loro sistemi di classificazione delle professioni, alla luce dell’obbligo di integrare la dimensione di genere e ad apportarvi le necessarie correzioni, mentre agli Stati membri è chiesto di introdurre classificazioni delle professioni che permettano «sia ai datori di lavoro che ai lavoratori di individuare eventuali discriminazioni in materia di retribuzione basate su una definizione distorta dei livelli retributivi».
Secondo l’Europarlamento sono necessari anche ulteriori controlli sui contratti collettivi, sui livelli di retribuzione applicabili e sui sistemi di classificazione professionale, soprattutto per quanto riguarda il trattamento dei lavoratori a tempo parziale e di quelli con contratti di lavoro atipici o gli straordinari/bonus. Così come sono importanti azioni specifiche in materia di formazione e classificazione delle figure professionali, rivolte al sistema scolastico e della formazione professionale, e azioni per conciliare l’attività   professionale e la vita familiare nonchà© la flessibilità   dell’organizzazione e dell’orario di lavoro. Sollecitando accordi salariali volti a combattere le discriminazioni retributive e indagini sistematiche sulla parità   di trattamento salariale, i deputati europei ritengono necessario l’inserimento nella direttiva 2006/54/CE di indicazioni precise per gli Stati membri riguardo al principio della parità   di trattamento in materia retributiva e per il superamento dei differenziali tra uomini e donne, prevedendo sanzioni più appropriate rispetto a quelle in vigore giudicate «insufficienti».

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