Prime evoluzioni per il codice adottato nel 2018
È stato recentemente pubblicato il Codice di buone pratiche “rafforzato” sulla disinformazione.
Si tratta della versione migliorata del codice in vigore dal 2018, uno dei primi esperimenti di questo tipo e portata a livello globale.
Il codice è stato sottoscritto volontariamente da 34 firmatari, tra cui figurano le maggiori piattaforme digitali globali – Meta (Facebook), Google, Twitter, TikTok e Microsoft -, imprese del settore, agenzie pubblicitarie e realtà della società civile.
Al pari della versione precedente, lo scopo del codice è quello di introdurre impegni e buone prassi per gli operatori del settore al fine di contrastare efficacemente il dilagare della disinformazione online.
Le modifiche introdotte alla versione originaria recepiscono il lavoro di analisi condotto dalla Commissione europea a partire dall’entrata in vigore nel 2018 e tradottosi, nel maggio dello scorso anno, in una serie di raccomandazioni.
Tra gli elementi di novità, figurano:
- l’ampliamento della platea dei soggetti potenzialmente coinvolti;
- la cancellazione degli introiti pubblicitari per i responsabili della diffusione di false informazioni;
- l’incremento degli sforzi di contrasto verso le più recenti e diffuse innovazioni in materia di disinformazione (bot, “deep fake” e account “Potemkin”);
- il miglioramento degli strumenti di riconoscimento delle fake news e di fact checking.
I firmatari del codice avranno a disposizione sei mesi di tempo per conformarsi a quanto previsto dalla nuova versione del codice; le relazioni attuative saranno pubblicate a partire dal 2023.
Per approfondire: il comunicato della Commissione europea