Per contribuire ad affrontare l’emergenza determinata dal terremoto in Abruzzo, il Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) ha chiesto all’UE di rendere attivo il Fondo di solidarietà per le catastrofi naturali, istituito nel 2002.
L’appello è giunto dal presidente del CESE, Mario Sepi, secondo il quale l’Europa, che sta assistendo con grande commozione e solidarietà a questa catastrofe, potrebbe mobilitare «nel più breve tempo possibile e secondo il massimo del loro potenziale», le risorse disponibili nel quadro dei fondi strutturali attraverso lo strumento del Fondo di solidarietà dell’UE.
In particolare, coerentemente con lo spirito di costante affermazione del principio di solidarietà sociale e civile «sempre incarnato dal CESE», il suo presidente richiama l’UE a mettere in atto quei criteri «di urgenza e di capacità di reazione rapida in situazioni di crisi» che il Comitato aveva espresso già nel 2005 attraverso un suo parere sulla necessità di rivedere il funzionamento del Fondo di solidarietà dell’UE.
Il CESE ritiene infatti che proprio in momenti come questi l’Europa debba dare un segnale politico chiaro e dimostrare di «saper apportare una soluzione immediata alle necessità impellenti sia delle popolazioni sia a livello materiale».
Lo strumento del Fondo di solidarietà dell’UE è «di grande rilevanza», secondo il CESE, e puಠcostituire un aiuto determinante a ripristinare lo stato di normalità e il funzionamento abituale delle infrastrutture e della vita economica e sociale dei cittadini vittime di catastrofi come quella che ha colpito la regione italiana.