Celebrata tra le discriminazioni la Giornata mondiale dei rom

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In occasione della Giornata mondiale dei rom, celebrata l’8 aprile, l’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) ha ricordato che in Europa dai 10 ai 12 milioni di sinti e rom continuano a vivere in povertà   e in condizioni sociali disastrose.
«Sono 14 i Paesi europei che hanno una popolazione inferiore al numero complessivo dei sinti e rom europei, ma ciಠnonostante la discriminazione e il razzismo nei confronti della maggiore minoranza europea continua ad essere paragonabile alla situazione degli afroamericani statunitensi degli anni Sessanta» ha osservato in un comunicato l’APM, ricordando come la mortalità   infantile tra rom e sinti è più che doppia rispetto al totale della popolazione, mentre la loro aspettativa di vita è di 10-15 anni inferiore rispetto alla media nazionale dei Paesi in cui vivono.
Inoltre, spesso i bambini rom e sinti sono inseriti in classi o scuole speciali e, soprattutto nei Paesi dell’Europa orientale, gli insediamenti sinti e rom sono in molti casi privi di acqua corrente, canalizzazione, elettricità   e gas.
«Praticamente non esiste Paese europeo in cui sinti, rom, gitanos, gypsies, tinker o jenische non si sentano discriminati e minacciati. In parte i membri di questi gruppi etnici sono stati e continuano ad essere vittime di gravi violazioni dei diritti umani» denuncia l’APM, riportando alcune situazioni di particolare gravità  .
Nella Repubblica Ceca, Paese che detiene attualmente la presidenza dell’UE, si stima che a partire dagli anni Sessanta circa mille donne siano state sterilizzate a forza, senza il loro consenso; la Macedonia continua a negare lo status di rifugiato a 2000 profughi rom del Kosovo e la Slovenia nega la cittadinanza a circa 4000 rom ex-jugoslavi; in Romania la negazione del diritto di cittadinanza riguarda circa mezzo milione di persone, tutte rom; un’inchiesta condotta in Serbia con 36.000 rom ha portato alla luce il fatto che almeno la metà   di essi non possiede documenti di identità  , non ha accesso all’assistenza pubblica e vive in insediamenti considerati illegali.
In Italia poi, rileva l’APM, «il governo Berlusconi ha innescato con la complicità   di buona parte dei mezzi di informazione una campagna diffamatoria contro le minoranze sinti e rom, accusate in quanto tali di criminalità  ».
In questo scenario, conclude l’APM, «desta particolare preoccupazione l’indifferenza mostrata da buona parte dei cittadini europei per la sorte di persone perseguitate e discriminate in base all’appartenenza etnica».

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