L’Europa che non esiste

Se fosse stata necessaria la prova che l’Europa dei popoli ancora non esiste, l’ondata di migrazioni che la sta investendo ormai da tempo questa prova l’ha fornita con tutta evidenza.

Estate calda per l’Europa in un mondo bollente

Non è stato solo il meteo a registrare temperature alte nel corso di questa estate. Anche il termometro della politica e dell’economia ha segnato picchi di calore intenso che non accennano a ridursi. Prima, in Europa, la vicenda greca e le ripetute tragedie dei flussi migratori, nell’area mediorientale l’imbarbarimento senza fine nell’area dei conflitti alimentati dal terrorismo islamista, da qualche giorno in Asia turbolenze valutarie e, nel mondo, crolli dei mercati hanno alzato il livello di allarme, annunciando un autunno non meno caldo dell’estate che se ne sta andando.

E adesso pensare al futuro dell’UE

Sistemata provvisoriamente, fino al 2018, la questione greca, con la speranza che l'accordo non venga rimesso in discussione nel frattempo, è ora di mettere mano a un nuovo " cantiere Europa" per prevenire probabili e incombenti crisi e dare un futuro all'Unione Europea.

Grecia tra colpevolisti e innocentisti

Ogni estate ha il “giallo” che si merita. Quella di quest’anno, particolarmente bollente, è ancora alle prese con l’incendio che da mesi minaccia l’Europa, la sopravvivenza dell’euro e la sorte della Grecia e dei suoi abitanti.

Grecia: e lo chiamano “salvataggio”

Non è ancora passato un mese da quando, lo scorso 13 luglio, l'Unione Europea ha creduto di scampare al baratro che le si era spalancato davanti con la vicenda greca.

Principali Paesi UE: protagonisti, comprimari e comparse

Dopo aver passato brevemente in rassegna i protagonisti tra i massimi responsabili delle Istituzioni europee di questo primo anno di legislatura del nuovo Parlamento, può non essere inutile fare un bilancio analogo a proposito dei principali Paesi dell’Unione Europea e della loro azione in questi ultimi dodici mesi.

Istituzioni UE: protagonisti, comprimari e comparse

È passato poco più di un anno da quando l’Unione Europea ha rinnovato buona parte dei Vertici delle proprie Istituzioni, all’indomani del voto per il nuovo Parlamento europeo e un primo bilancio si impone. Alla guida del Parlamento europeo si è installato il capofila dei socialisti e democratici europei, Martin Schultz, anche per compensare la presidenza della Commissione europea, affidata al capofila del Partito popolare europeo, Jean Claude Juncker.

I numeri della solidarietà

Non è stato certo un appuntamento di rilevante importanza politica per il futuro quello che si sono dati i 28 Paesi dell’Unione Europea il 20 luglio scorso per decidere la spartizione di circa 40.000 richiedenti asilo e il reinsediamento di altri 20.000 rifugiati in altri Paesi terzi. Si trattava infatti di rispondere alle proposte formulate dalla Commissione Europea nel maggio scorso, dopo l’ennesima tragedia di profughi, consumatasi nel Mar Mediterraneo nel tentativo di raggiungere le coste dell’Italia e della Grecia.

Democrazia in affanno nell’Unione Europea

Di Unione Europea e di Grecia molto – e di tutto – si è detto in questa prima metà dell’anno e molto ancora si dirà nei prossimi mesi e anni. Su una cosa almeno sono tutti d’accordo: il problema greco è tutt’altro che risolto, il terzo piano di aiuto di quasi 90 miliardi di euro servirà a tirare il fiato e, si spera, a realizzare qualche riforma in un Paese economicamente alla deriva, ma non potrà consentire il rientro auspicato per l’enorme debito pubblico cumulato. Sul tema, due voci si sono espresse in favore di un alleggerimento di questo debito, il Fondo monetario internazionale (FMI), non certo per generosità, e la Banca centrale europea (BCE), preoccupata di dover fare i conti con una zavorra che può tornare a minacciare l’euro. Non ne vuole sapere per ora la Germania, che pure di una sostanziosa riduzione del suo debito aveva beneficiato nel 1953: l’ossessione delle “regole” fa velo anche al buon senso, sempre che l’obiettivo non resti quello dell’espulsione della Grecia dalla zona euro, almeno per cinque anni, probabilmente per molto di più.

Accordo con l’Iran: una speranza di pace

Sono stati prolungati di oltre due settimane i negoziati per raggiungere un accordo sul nucleare iraniano. Definito da gran parte della comunità internazionale come "storico ", l'accordo concluso a Vienna fra Iran e il Gruppo dei Cinque + uno (Stati uniti, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna + Germania) è senz'altro destinato ad aprire un nuovo capitolo nelle relazioni internazionali.

La lezione greca per l’Unione Europea

Molto si è enfatizzata di questi tempi l’eredità culturale e politica della Grecia per l’Occidente. Un’eredità antica, aggiuntasi ad altri patrimoni che hanno arricchito la cultura e la politica dell’Europa. Altre capitali, oltre Atene, ne sono state la culla, dalla Gerusalemme della cultura giudaico-cristiana, a Roma, laboratorio del diritto per il nostro continente fino alla Parigi di “Liberté, Egalité, Fraternité”.

Quei “no” che possono far crescere

Se esistesse una pedagogia per l’Unione Europea, la lezione greca potrebbe essere quello di un ‘no’ che può far crescere. Resta da vedere a chi è indirizzato il ‘no’ e con quali possibili risultati per i destinatari della lezione impartita.

I referendum nell’Unione Europea

Il ricorso all’istituto democratico del referendum non è una novità nella storia dell’integrazione europea, così come appare chiaro la sua diversa valenza rispetto ai referendum circoscritti a tematiche esclusivamente di interesse nazionale.

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