Il Parlamento europeo chiede di accelerare e rafforzare le iniziative di contrasto dei cambiamenti climatici, sostenendo inoltre la necessità di rivedere la strategia globale per il dopo 2012. Secondo l’Europarlamento, infatti, «il tempo non è dalla nostra parte» e il Protocollo di Kyoto pare non rispettare la sua ambiziosa tabella di marcia.
Diplomazia a tutto campo, capacità di guida e accordi vincolanti sono considerati strumenti indispensabili per non oltrepassare di due gradi l’aumento della temperatura terrestre e quindi avviarsi verso uno stop nell’incremento delle emissioni di CO2 nel 2015. Oltre a una riduzione fino all’85% entro il 2050 per i Paesi industrializzati e fino al 50% a livello globale dei livelli registrati nel 1990.
«L’Unione europea deve adottare un approccio flessibile tale da incoraggiare altri Paesi a seguirla», è stato detto durante l’audizione pubblica organizzata dalla commissione europarlamentare sui Cambiamenti climatici. Altri partecipanti hanno sottolineato l’importanza del ruolo guida dell’Ue, perchà© «i cittadini si aspettano risultati importanti in campo ambientale ed energetico».
Riassumendo i punti salienti dell’incontro, il moderatore ed eurodeputato finlandese Satu Hassi, del gruppo dei Verdi/Ale nonchà© vicepresidente della commissione Ambiente, ha dichiarato: «Il modo migliore per l’Europa di incoraggiare altri Paesi in negoziati internazionali è quello di mettere in pratica i suoi buoni propositi».
Va ricordato che dal 3 al 14 dicembre prossimo si terrà a Bali, in Indonesia, la tredicesima Conferenza internazionale dei Paesi firmatari del Protocollo di Kyoto, per calibrare la strategia da adottare nella protezione del clima dopo il 2012.