Bulgaria e Romania in ritardo su corruzione e giustizia

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Bulgaria e Romania devono compiere maggiori sforzi per completare la riforma giudiziaria e soprattutto contrastare la corruzione, questo secondo i Rapporti stilati dalla Commissione europea che evidenziano preoccupanti ritardi da parte dei due nuovi Stati membri dell’UE.
Per la Bulgaria, in particolare, la Commissione ha confermato il congelamento di 500 milioni di euro di fondi europei di pre-adesione ai quali il Paese ha ancora diritto. La grave decisione è motivata dal fatto che la Bulgaria ha dimostrato «risultati troppo scarsi» nella lotta contro il crimine organizzato e la corruzione, troppi casi di illegalità   «restano impuniti» e non ci sono «sufficienti progressi sul congelamento dei fondi provenienti dal crimine organizzato». Va ricordato che lo scorso gennaio erano già   stati sospesi altri 300 milioni di fondi europei e una parte di questi (220 milioni) andranno persi se entro il prossimo novembre la Bulgaria non garantirà   risultati concreti nella lotta contro la corruzione.
Nei Rapporti sui due nuovi Stati membri pubblicati dalla Commissione è stata eliminata la minaccia di negare l’adesione allo spazio Schengen e all’unione monetaria, rischio che resta perಠreale. La Commissione ha inoltre ammorbidito la sua posizione ritenendo che «l’assistenza è più efficace delle sanzioni», respingendo l’ipotesi di attivare una clausola di salvaguardia che comporterebbe il non riconoscimento delle decisioni della giustizia bulgara negli altri 26 Paesi dell’UE.
Anche la Romania resta sotto osservazione da parte dell’UE, ma i toni sono più morbidi: la situazione «è mista», anche se «le fondamenta del sistema giuridico sono fragili e le decisioni sugli alti livelli di corruzione sono altamente politicizzate».

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