Mentre la storia svolta in Europa è utile ricordare alcuni snodi dell’ultimo secolo, a partire dalla Conferenza di Monaco del 1938 fino a quella della settimana scorsa sulla sicurezza. Venti date tra le tante, venti messaggi che l’Europa non ha raccolto, ha sottovalutato o dimenticato.
1938 A Monaco si riuniscono i leader del Regno Unito, Francia, Germania (Adolf Hitler) e Italia (Benito Mussolini). Con l’illusione di tenere a freno Hitler gli viene ceduta la regione cecoslovacca dei Sudeti. Non servì a molto, salvo per Regno Unito e Francia a “perdere l’onore” e ad aprire la strada, poco dopo, alla Seconda guerra mondiale.
1945 A Yalta, in Crimea, a guerra ancora in corso i leader di Stati Uniti, Unione Sovietica e Regno Unito, non perdono tempo a spartirsi la preda europea.
1949 A Washington 10 Paesi europei (tra i quali l’Italia) sottoscrivono l’Alleanza del Nord Atlantico con gli USA, padroni di casa e, fino ad oggi sempre più padroni della NATO.
1954 A Parigi i sei Paesi della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) registrano il rifiuto della Francia di creare la Comunità europea della difesa (CED). Pochi giorni prima, sempre a Parigi, De Gasperi aveva invocato la “patria Europa”, non servì a molto.
1973 In Europa due avvenimenti importanti e simultanei ne modificheranno l’evoluzione futura: la crisi petrolifera che segna la fine dei “trent’anni gloriosi” dopo la guerra e il primo allargamento a nord, con l’ingresso di Regno Unito, Irlanda e Danimarca, innescando tensioni a non finire nella Comunità europea e, successivamente, nell’UE.
1989-91 Con l’abbattimento del muro di Berlino nel 1989 si aprono prospettive di nuovo sviluppo per il processo di riconciliazione continentale, confermata nel 1990 con l’unificazione tedesca e nel 1991 con nuove possibili cooperazioni con la Russia, dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica. Ancora occasioni in parte perse.
1994 A Budapest viene firmato un memorandum che prevedeva la consegna da parte dell’Ucraina alla Russia del suo arsenale nucleare in cambio dell’inviolabilità dei propri confini. Garantivano Stati Uniti, Regno Unito e Russia: sappiamo come è andata a finire.
1995 A Dayton, in una base militare americana dell’Ohio, il presidente USA, firma l’ “Accordo per la pace in Bosnia e d Erzegovina” che, forse per salvare la faccia della latitante UE, verrà chiamato “Protocollo di Parigi”.
1999 Al Vertice NATO, tre Paesi dell’est (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca) entrano nella NATO cinque anni prima di entrare nell’Unione Europea: cercano protezione non a Bruxelles ma a Washington.
2001 New York è vittima dell’attentato terroristico alle Torri Gemelle. L’Europa non esita a dare la sua solidarietà agli Usa, come previsto dall’art. 5 del Trattato NATO: è ad oggi l’unico caso, con la speranza che la solidarietà venga ricambiata all’Europa in caso di necessità.
2007 A Monaco, nell’annuale Conferenza sulla sicurezza Putin annuncia, senza mezzi termini, la volontà egemonica russa. Il segnale dell’ormai padrone del Cremlino dal 2001 non viene raccolto con sufficiente attenzione e l’Europa continua a dormire sonni tranquilli, dai quali stenterà a risvegliarsi.
2008 Esplode negli Stati Uniti la crisi finanziaria di Lehman Brothers, gli effetti si riversano pesantemente anche in Europa, innescando crisi a ripetizione. Anche l’Italia paga il prezzo delle sue dipendenze dal resto del mondo e può ringraziare la Banca centrale europea e l’adesione alla moneta unica se non fa la fine della Grecia.
2014 Annessione della Crimea da parte della Russia: sorpresa l’UE che non aveva prestato attenzione al discorso di Putin a Monaco nel 2007 e alla sua invasione della Georgia nel 2008.
Intanto la presidenza “amica” di Obama conferma la nuova priorità USA nell’Indo-Pacifico, indebolendo la NATO per l’Europa, senza che questa dia seguito all’aumento della spesa militare per proteggere i suoi confini.
2017 Allarme di Merkel dopo il suo incontro a Washington con Trump I: “E’ ora che noi europei assumiamo le nostre responsabilità”. Rimasero buone intenzioni, seguite da tante parole sulla “autonomia strategica” degli europei nella NATO.
2020 Secessione britannica dall’UE: esce un partner difficile dell’UE e se ne va una delle due potenze nucleari europee. Resta la potenza nucleare della Francia, restia a metterla a disposizione dell’UE.
2022 Putin si inventa la minaccia di una NATO, pur indebolita dalle scelte USA, e invade l’Ucraina: l’UE è colta di sorpresa, ma reagisce compatta con gli importanti strumenti finanziari che ha a disposizione, a quelli militari ci devono pensare soprattutto USA e Regno Unito.
2024 A novembre Trump II si riprende la presidenza USA, sorprendendo ancora una volta l’UE, nonostante l’esperienza del primo mandato di Trump e le pesanti aggressioni verbali di Musk: storditi i Vertici UE balbettano, salvo riprendersi e cominciare ad attrezzarsi in vista del probabile scontro con un “alleato” non proprio amico.
2025 A Monaco, la settimana scorsa, il vice-sceriffo J. D. Vance irrompe microfono in pugno e spara a zero contro l’UE, alla ricerca di un’intesa con Putin, escludendo Ucraina e UE dai futuri negoziati. Bruxelles continua a balbettare, si muove Parigi con Macron che prova a riunire una “coalizione di volenterosi”, con l’Italia presente e comprensibilmente imbarazzata
(se ne parla qui).