Nel suo bollettino mensile di marzo la Banca Centrale Europea (BCE) chiede ai Paesi della zona euro di risanare le finanze pubbliche «al più tardi nel 2011 e spingersi ben oltre il requisito minimo di correzione annua fissato nel Patto di stabilità e crescita allo 0,5% del PIL».
Secondo la BCE servono «interventi risoluti» soprattutto nei Paesi con alti livelli di disavanzo e debito, azioni che dovranno prevedere una «riforma della spesa pubblica»: dato il «brusco deterioramento» del rapporto spesa pubblica/PIL e la già elevata pressione fiscale, osserva la BCE, «la riforma della spesa dovrà avere un ruolo di primo paino» perchà© permetterà di ridurre il disavanzo, «si creeranno i presupposti per affrontare le pressioni previste sulla spesa derivanti dall’invecchiamento della popolazione e, nel tempo, si contribuirà a moderare l’onere fiscale e a sostenere la crescita potenziale».
La Banca Centrale Europea prevede poi per la zona euro una «crescita complessivamente moderata e destinata a procedere in modo discontinuo», in un contesto caratterizzato da «perdurante incertezza» soprattutto a causa della frenata di investimenti e consumi e per le «deboli prospettive del mercato del lavoro». La disoccupazione nell’area dell’euro potrebbe infatti continuare a crescere nei prossimi mesi, «seppure a un ritmo minore rispetto a quello osservato nel 2009».