Nel 2013 in Italia la disoccupazione giovanile è arrivata vicino al 40%. Lo rileva la Banca centrale europea nel bollettino mensile e in un rapporto dedicato all’andamento della disoccupazione nell’area euro, segnalando come il nostro Paese sia tra quelli con il tasso più elevato assieme a Grecia e Spagna.
Dall’inizio della crisi economica del 2008, il tasso di disoccupazione giovanile (rapporto tra il numero dei giovani disoccupati di età compresa fra i 15 e i 24 anni e la forza lavoro nella stessa fascia d’età) ha registrato un aumento considerevole nell’area dell’euro. Dal 15 per cento circa nel 2007 è salita al 24 per cento nel 2013. “Sia il livello sia l’incremento del tasso di disoccupazione – scrive la Bce – risultano molto più elevati per i giovani (fascia di età 15-24 anni) che per gli agli altri lavoratori (oltre 24 anni)… Il tasso di disoccupazione giovanile è aumentato in maniera particolarmente marcata nei Paesi soggetti a tensioni di mercato – afferma lo studio – portandosi nel 2013 su valori compresi fra il 50 e il 60 per cento in Grecia e in Spagna e raggiungendo livelli prossimi al 40 per cento in Italia, Portogallo e Cipro e al 30 per cento in Irlanda”. Ma si registrano “notevoli differenze tra i Paesi: in Austria e a Malta l’incremento è stato moderato e in Germania si è persino registrato un calo”, osserva la Bce.
Il nostro Paese detiene però un record: un giovane su cinque, nella fascia 15-24 anni, non lavora, non studia e non segue alcun percorso di formazione: quasi il 21% é totalmente inattivo. È il livello più elevato di tutta l’area euro, mentre in Paesi in difficoltà come la Spagna questa cifra è anche diminuita (18%); si sono registrati aumenti anche in Irlanda (18%), a Cipro (16%) e in Grecia.
Il cambio di rotta, sottolinea l’istituto di Francoforte, rimane una delle sfide più importanti per i governi europei. Perché la disoccupazione costa, sia sul piano sociale che su quello economico. Nonostante le diverse azioni intraprese a livello europeo a sostegno dell’occupazione giovanile, come le cosiddette youth guarantee e youth unemployment initiatives, “è necessario che le autorità nazionali prendano misure aggiuntive, intensificando in particolare l’attuazione delle riforme strutturali”.