L’Austria è un Paese di poco più di 8 milioni di abitanti, ma importante per la sua storia e la sua cultura generosa in passato di grandi talenti. Nell’Unione Europea è entrata relativamente tardi, nel 1995, insieme a Svezia e Finlandia, e in passato non si è segnalata nell’UE per particolari problemi con l’eccezione di fine anni ‘90 quando si impose all’attenzione il governatore della Carinzia, Jorg Haider, uno dei primi campioni populisti e xenofobi in Europa con venature antisemite in forte tensione con le Istituzioni comunitarie che lo sanzionarono, al punto di essere tentate di mettere l’Austria al bando nell’Unione.
Un quarto di secolo dopo il suo partito di estrema destra, FPO, è tornato sulla scena politica con forza, come hanno dimostrato le elezioni politiche di domenica scorsa che lo hanno visto prevalere con il 29,2% dei consensi, e una crescita del 13% rispetto alle passate elezioni, sul partito popolare OVP, arrivato secondo con il 26,2% dei suffragi, con un crollo dell’11%, finora al governo con il partito dei Verdi, che è anche quello di provenienza del Presidente federale della Repubblica, Alexander Van Der Bellen, rieletto con il 57% dei voti nel 2022.
Un voto presidenziale che non si rivelò rassicurante se l’attuale coalizione al governo, sotto pressione dell’estrema destra di FPO si segnalò per la sua opposizione per il veto posto all’ingresso di Romania e Bulgaria nell’Area Schengen di libera circolazione.
Da allora i toni e i consensi per l’estrema destra sono saliti sulla scia dei movimenti nazional-populisti in crescita nell’UE, portandola su posizioni in forte contrasto con Bruxelles tanto sul versante di una resistenza al sostegno dell’Ucraina contro la Russia (l’Austria non fa parte della NATO) quanto in materia di politiche migratorie, proclamando da “zero diritto d’asilo” fino a “fuori i migranti dal nostro sistema sociale” e minacciando gli immigrati di “deportazione”.
Ad arginare questa marea nera xenofoba proveranno i partiti oggi in coalizione e il presidente della Repubblica, orientato a non affidare la guida del governo all’estrema destra anti-europea.
Qualche anima bella si consolerà dicendo che questi sono problemi dell’Austria, non più “felix” ma ancora presunta “sovrana”, dimenticando due dettagli non banali: le sue frontiere comuni con l’Italia e la sua adesione all’Unione Europea.
Per la condivisione delle frontiere se la vedrà con il governo italiano, nemmeno troppo lontano politicamente dall’estrema destra austriaca, come nel caso della Lega; con l’UE le cose si annunciano più complicate, grazie anche alla brillante trovata della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che al candidato austriaco a commissario europeo ha affidato il portafoglio delle politiche migratorie. Si tratta dell’attuale ministro delle finanze Magnus Brunner, noto per le sue posizioni rigide in materia di migrazioni in un governo sanzionato per aver esteso illegalmente i controlli alle frontiere. Per la verità potrebbe anche andare peggio, se dopo il voto di domenica il futuro governo dovesse spostarsi ulteriormente verso destra.
Si allunga così la lista di candidati che non avranno vita facile al momento del loro esame in Parlamento, come sa bene anche l’Italia con il suo candidato che, con quello austriaco, contribuisce a una maggiore contiguità politica tra i due Paesi UE limitrofi e al rafforzamento delle destre di cui la futura Commissione è già uno specchio fedele.
La legislatura europea appena aperta rischia di essere tormentata, in un quadro politico frammentato nel Parlamento europeo e poco europeista nella configurazione attuale dei governi membri UE, in maggioranza orientati verso posizioni poco disponibili ad impegnarsi per “un’Unione sempre più stretta”, come proclamato nel primo articolo del Trattato di Lisbona.
Franco, sei sempre chiarissimo. Però come si fa a contrastare questa ondata che volge a destra, che si copre gli occhi e si tura le orecchie, dimenticando le tragedie de passato? Come si fa a uscire dai discorsi con chi è già d’accordo con noi e entrare nel campo degli “infedeli”? Dobbiamo rassegnarci, visto che la marea porta li? Questo è il problema. Un abbraccio.