Aumentano gli stanziamenti contro la crisi

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Secondo un nuovo Rapporto pubblicato dalla Commissione Europea, ammonta al 31,2% la quota di PIL stanziata dai governi di Paesi membri a favore delle banche e degli Stati membri per fronteggiare la cirsi.
Il dato rappresenta una revisione al rialzo rispetto a quanto pubblicato in giugno, quando l’UE aveva stimato al 16,5% del PIL i fondi stanziati a favore delle banche. Secondo i dati contenuti nel Rapporto l’esecutivo europeo avrebbe approvato, tra l’ottobre 2008 e il luglio 2009, misure finalizzate ad accrescere la fiducia economica degli Stati membri per un totale di 3000 miliardi e iniezioni di capitale nelle banche per 313 miliardi.
Questi interventi dovrebbero determinare stabilità   finanziaria e ripresa dei flussi creditizi, senza per altro danneggiare il mercato interno, anche se, si legge nello studio, portano con sè il rischio di peggiorare la situazione del debito presente e futuro.
Ci sono, conclude il Rapporto, grandi differenze a livello di singolo Stato membro. Ad esempio
l’Irlanda ha ottenuto fondi pari al 231,8% del PIL, ma ne ha utilizzati circa il 229%, seguono il Belgio con fondi stanziati e utilizzati rispettivamente pari al 92% e al 26,7% del PIL, il Regno Unito (con percentuali che sono rispettivamente del 41,6% e del 26,8%) e la Francia (18,1% e 5,6%). L’Italia ha stanziato fondi pari all’1,3% del PIL ma non li ha ancora utilizzati.
Alcuni Paesi, poi, non hanno avuto l’autorizzazione ad utilizzare fondi pubblici per ricapitalizzare le banche e uscire dalla crisi, ad esempio Repubblica Ceca, Malta, Cipro, Polonia, Estonia, Lituania, Slovacchia, Romania.

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