In pochi giorni ha già ottenuto oltre 4000 adesioni un appello lanciato a livello europeo contro la proposta di direttiva sulla detenzione e l’espulsione degli stranieri immigrati nell’UE, che sarà sottoposta al Parlamento europeo il prossimo 29 novembre.
Proposta da varie organizzazioni impegnate in tutta l’UE per la tutela dei diritti dei migranti, l’iniziativa è rivolta ai deputati europei, con la richiesta che si impegnino a non adottare quella che definiscono «la direttiva della vergogna». Secondo gli estensori dell’appello, infatti, l’adozione di questa proposta di direttiva porterebbe a una «vera e propria regressione» dei diritti: «Prevedendo una detenzione massima di 18 mesi per persone colpevoli solamente di voler vivere in Europa, questa proposta contiene in sà© una logica disumana: la generalizzazione di una politica di reclusione degli stranieri diventerebbe quindi la norma nella gestione dei migranti. Instaurando un divieto di reingresso in Europa per 5 anni per tutti gli stranieri espulsi, questa proposta di direttiva stigmatizza gli immigrati illegali e li trasforma in delinquenti da escludere».
I promotori dell’iniziativa osservano come dal 1990 la politica migratoria dei governi europei si sia tradotta in una «limitazione continua» delle garanzie e delle protezioni fondamentali delle persone cui si rivolge: «L’Europa si trasforma in una fortezza inaccessibile attraverso la predisposizione di mezzi spropositati per impedire l’accesso nel suo territorio ed espellere gli immigrati illegali».
La proposta di direttiva in questione, la prima in materia, è oggetto di una procedura di codecisione che mette il Parlamento europeo nella condizione di bloccarla. Per questo l’appello è rivolto ai deputati europei, affinchà© blocchino «questa politica restrittiva e repressiva, contraria ai valori umani che sono alla base del progetto europeo».
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