Le procedure per l’iscrizione nella «lista nera» di persone sospettate di avere legami con il terrorismo «è indegna dell’UE e del Consiglio di Sicurezza dell’ONU», secondo un Rapporto presentato dal Consiglio d’Europa.
La Commissione Affari legali dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha infatti approvato un Rapporto di Dick Marty (Svizzera, ADLE), che sarà discusso nella sessione plenaria di gennaio, in cui si giudicano «totalmente arbitrarie e senza alcuna credibilità » le procedure impiegate da UE e ONU per la schedatura di persone e gruppi sospettati di avere legami con il terrorismo. Procedure che, secondo il Rapporto, «devono essere riviste urgentemente per uno scrupolo di giustizia».
Il Consiglio d’Europa rende noto che sono almeno 370 le persone le cui proprietà sono state congelate e alle quali è stato vietato di viaggiare perchè sono state iscritte nella cosiddetta «lista nera» dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU, mentre circa 60 enti risulterebbero iscritti nella «lista nera» dell’UE. Sanzioni che, osserva il Consiglio d’Europa, possono essere imposte sulla base di «semplici sospetti». Nella maggior parte dei casi, sottolinea il Rapporto, la persona o il gruppo in causa non riceve alcun avviso in merito alla richiesta, nà© ha la possibilità di spiegarsi, nà© riceve una notifica relativamente alla decisione presa (finchà© non tenta di varcare una frontiera o di utilizzare un conto bancario). Non esiste inoltre alcuna misura che preveda un riesame indipendente delle decisioni prese.
Per questo, secondo il Rapporto del Consiglio d’Europa tale procedura «è indegna» per istituzioni internazionali quali l’ONU e l’UE, indebolisce la legittimità delle “sanzioni mirate” nella lotta al terrorismo e mette gli Stati che la applicano a rischio di violare gli obblighi della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.