La Svizzera è diventato il 25° Stato membro del cosiddetto spazio Schengen, cioè l’area di libera circolazione che ha abolito le frontiere interne e che comprende tutti i 15 “vecchi” Paesi dell’UE più, dal dicembre 2007, nove nuovi Stati membri: restano per ora esclusi Bulgaria, Romania e Cipro.
Si tratta di un momento storico nei rapporti Svizzera-UE, giunto dopo anni di negoziati grazie al decreto federale con cui nel giugno scorso la Confederazione elvetica ha approvato il rinnovo dell’accordo tra la Svizzera e l’UE sulla libera circolazione delle persone e la sua estensione a Bulgaria e Romania. Oltre allo spazio Schengen la Svizzera accede anche al cosiddetto sistema di Dublino, cioè il processo che dovrebbe portare a un sistema europeo comune in materia di asilo e di protezione di rifugiati e richiedenti asilo.
L’accordo sulla libera circolazione fa parte del primo pacchetto di accordi bilaterali che la Svizzera ha sottoscritto con l’UE nel 1999 (il secondo è del 2004 e contiene l’adesione a Schengen), che comprende anche il commercio, l’agricoltura, i trasporti aerei e terrestri, gli appalti pubblici e la ricerca scientifica, nonchà© una clausola secondo cui se anche un solo capitolo non viene rinnovato decadono tutti.
L’ingresso della Svizzera nell’area Schengen è dunque fortemente vigilato e potrebbe durare poco: nel febbraio prossimo la popolazione svizzera sarà chiamata a pronunciarsi tramite referendum sul decreto federale adottato nel giugno 2008 e, se vincesse il «no», la Svizzera rischierebbe di uscire da Schengen pochi mesi dopo esserci entrata. Anche se l’esito negativo pare poco probabile, pesa il fatto che la consultazione popolare è stata promossa dalle forze politiche cosiddette euroscettiche, dall’estrema destra e dal primo partito della Confederazione: quell’UDC che alle ultime elezioni ha ottenuto il 27% dei consensi e che nelle ultime settimane si è schierato ufficialmente per il «no» alla proroga degli accordi bilaterali con l’UE sulla libera circolazione per il timore che il Paese diventi oggetto di forti flussi di immigrazione.
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