Il Comitato delle Regioni (CdR) propone nuove misure per arginare il fenomeno
Il Comitato delle Regioni (CdR) ha recentemente affrontato il tema della cd. “fuga dei cervelli”, il fenomeno per cui molte regioni di vari Paesi europei – compreso il nostro -, non riuscendo a garantire tenori di vita e condizioni di lavoro adeguate, vedono emigrare quote crescenti dei propri cittadini, in particolar modo i giovani e i lavoratori altamente qualificati, creando le condizioni per allargare ulteriormente il divario interregionale.
Il flusso migratorio interessa principalmente le aree dell’Europa orientale e meridionale: l’Italia registra la partenza di 250mila giovani negli ultimi 10 anni; la Romania – tra i Paesi più colpiti dal fenomeno – vede ben 3 milioni dei suoi cittadini risiedere all’estero.
Nel suo parere “La fuga dei cervelli nell’Unione europea: affrontare la sfida a tutti i livelli” (relatore Emil Boc (RO – PPE) il CdR propone l’adozione di tre tipologie di misure:
- il potenziamento delle politiche di riduzione delle disparità regionali, da strutturarsi combinando le attuali politiche di coesione con nuove forme di finanziamento; tra queste, è espressamente menzionata l’adozione di un “salario minimo equo in Europa”, inserita dalla Commissione von der Leyen nel proprio manifesto programmatico;
- l’avviamento di un meccanismo europeo di coordinamento appositamente dedicato al contrasto della fuga dei cervelli, che preveda il diretto coinvolgimento delle istituzioni locali e regionali;
- la promozione di investimenti mirati all’eliminazione di fattori strutturali di disparità interregionale, quali, tra gli altri, le carenze a livello infrastrutturale, nel settore dell’istruzione, dei trasporti e del digitale.
Per approfondire: il comunicato del Comitato delle Regioni