In seguito all’accordo raggiunto con il Parlamento Europeo, il Consiglio dell’UE ha adottato la nuova direttiva europea riguardante i Comitati Aziendali Europei (CAE), completando così un processo di revisione legislativa resosi ormai necessario dopo 15 anni.
La nuova direttiva rafforza i diritti di informazione e consultazione dei lavoratori, aspetto particolarmente importante nell’attuale periodo di crisi caratterizzato da numerosi casi di ristrutturazioni e delocalizzazioni aziendali.
L’iter istituzionale di revisione della direttiva del 1994 è stato avviato nel luglio 2008 con la presentazione di una proposta da parte della Commissione Europea, ma tutto il processo è iniziato molto prima ed è sempre accompagnato da una forte pressione dei sindacati europei, affinchà© si aggiornasse la legislazione europea relativa a questi organi di rappresentanza dei lavoratori alla situazione venutasi a creare negli ultimi anni. Attraverso i CAE, infatti, i lavoratori sono informati e consultati dalle imprese su ogni decisione di rilievo a livello europeo che potrebbe avere effetto sull’occupazione o sulle condizioni di lavoro.
Circa 2300 imprese che occupano un totale di 24 milioni di lavoratori rientrano nelle competenze della legislazione sui CAE; la maggior parte di queste imprese ha la sede principale in Germania, Stati Uniti (per le attività in Europa), Regno Unito e Francia, ma con attività e dipendenti in tutta Europa. In 860 di queste imprese transnazionali sono operativi dei CAE, che coinvolgono circa 20.000 rappresentanti di circa 15,6 milioni di lavoratori complessivi.
Soddisfazione per la nuova direttiva è stata espressa dalla Confederazione Europea dei Sindacati (CES), secondo cui riconoscere pienamente il ruolo dei CAE in questo periodo di crisi dei mercati occupazionali costituisce una «risposta corretta»». Secondo il segretario generale aggiunto della CES, Reiner Hoffmann, «i lavoratori necessitano di effettivi diritti all’informazione e alla consultazione, che danno loro l’opportunità di esprimersi per tempo su eventuali cambiamenti strutturali delle imprese garantendo soluzioni socialmente accettabili e direzioni sostenibili». In particolare, la CES ritiene importante il miglioramento della definizione dei diritti di informazione e consultazione in un contesto transnazionale, «perchà© in questo modo è rafforzato il dialogo transnazionale tra lavoratori e imprenditori».