Il 28 novembre 2012, l’Albania festeggia il centenario della sua indipendenza . Sono previste iniziative ovunque in Europa, con l’obiettivo di parlare del lungo e difficile cammino percorso dal Paese fino ad oggi, di mettere in risalto i suoi tesori storici, culturali e artistici, ma anche di esprimere il desiderio di tessere legami, di stabilire dialogo e di rafforzare l’integrazione dei cittadini albanesi presenti nei Paesi europei.
Era infatti il 28 novembre 1912 quando tutti i rappresentanti delle varie regioni di lingua albanese dei Balcani, con a capo Ismail Qemali, si riunirono a Valona e proclamarono l’indipendenza dell’Albania dopo cinque secoli di occupazione ottomana. Tale dichiarazione avveniva tuttavia all’inizio di lunghi negoziati fra le potenze europee per lo smembramento dell’Impero ottomano, con il risultato che solo una parte dei territori abitati dagli albanesi venne a far parte del nuovo Stato, mentre altre regioni vennero letteralmente “attribuite” ai Paesi vicini (Serbia, Montenegro, Macedonia e Grecia). Una spartizione che ha generato la presenza di minoranze o maggioranze in questi Paesi, creando una situazione che perdura ancora oggi e che non ha mancato di alimentare focolai di tensione o addirittura di scatenare una guerra come è stato nel caso del Kosovo nel 1999.
I cento anni dell’indipendenza dell’Albania sono stati anni a dir poco duri. Iniziano, nella prima metà del secolo scorso, con le due guerre mondiali, con invasioni e occupazioni (fra cui quella italiana), per proseguire poi, nel 1945, con la presa di potere da parte di Enver Hoxha e la proclamazione della Repubblica popolare d’Albania, destinata a durare fino al 1991. E’ un lungo periodo di regime comunista dal pugno di ferro, spesso in preda a gravi crisi interne e ad alleanze ideologiche sofferte e interrotte, dapprima vicino all’Unione Sovietica e poi alla Cina, portando in tal modo il Paese ad un completo isolamento anche dall’Europa.
Ma con la caduta del Muro di Berlino, i venti di libertà soffiarono anche sull’Albania ed inizia nel 1991, fra innumerevoli difficoltà politiche, il rifiuto di una società autoritaria e la richiesta di apertura verso il mondo esterno, verso l’Europa, distante un breve braccio di mare. E’ anche il periodo di un grande esodo, della fuga dall’incertezza e da una povertà materiale, sociale, culturale e politica accumulatasi negli anni. Va sottolineato purtroppo che l’Italia, prima sponda raggiungibile in Europa, in quel periodo non si distinse certo per la sua capacità di accoglienza.
Da quel lontano 1991, Il cammino dell’Albania non si è arrestato e molti sono stati i passi avanti sul percorso dell’integrazione europea. Nel 1995 aderisce al Consiglio d’Europa, nel 1996 ratifica la Convenzione europea dei Diritti dell’uomo, nel 2009 diventa membro della NATO e presenta domanda di adesione all’Unione europea. Malgrado le difficoltà e le ulteriori riforme democratiche richieste, oggi l’Albania sta per diventare Paese candidato all’adesione, rispondendo alla legittima aspirazione della popolazione di riunirsi in un progetto democratico comune. Non solo, ma il desiderio dell’Albania, formulato a più riprese nei messaggi già rivolti in occasione della sua festa nazionale e che ci coinvolge direttamente, è anche quello di contribuire ad una pace duratura fra tutti i Paesi dei Balcani, una pace portatrice di rispetto e di prospettive di viluppo.
E allora, a tutti gli albanesi, a tutti quelli che, ormai numerosi, vivono e lavorano in Italia e a Cuneo, buona festa nazionale, in una prospettiva comune sempre più forte di dialogo, di mutuo scambio dei nostri tesori e soprattutto di condivisione del nostro futuro, in Italia e in Europa.