Ucraina e USA: il coraggio e la prepotenza

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Nel nostro piccolo l’avevamo capito, quelle rare volte che abbiamo perso tempo a guardare i talk show di molte nostre deprimenti serate televisive: si poteva misurare dal tono della voce quale era la forza dei contendenti, tanto più deboli quanto più saliva il volume sonoro dei loro interventi.

Non sembrava andare così nelle stanze riservate del potere: parole garbate, ipocrite se necessario, per difendere i propri interessi, al massimo allusioni velate a possibili minacce, ma mai alzando la voce, perché il potere di questo non ha bisogno. Erano regole in uso dai potenti, oscillando tra calcolo dei rapporti di forza e rispetto dell’avversario. Non sono però queste le maniere usate dai prepotenti, non per nulla si parla di “maniere forti”, quando non di “passare alle mani”, che poi alla fine diventano quelle che imbracciano le armi.

Venerdì scorso lo Studio ovale della Casa Bianca a Washington è stato teatro ad un tempo della prepotenza del padrone ( mai parola è stata più giusta) di casa e della sua debolezza cui ha risposto, come poteva in quel ring di due contro uno, la forza morale e il coraggio di chie era accusato di “non avere le carte” per uscire vivo da una aggressione, prima da parte di un solo autocrate, Vladimir Putin, e poi anche del suo nuovo complice, Donald Trump. Non solo alla Casa Bianca due contro uno, anche nel mondo capovolto ad opera di Trump e del suo vice, entrambi in singolare sintonia con lo zar del Cremlino.

Allora Kiev, da sola contro Washington e Mosca?

A parte che ci sono situazioni in cui è “meglio essere soli che male accompagnati”, è una solitudine affollata quella Ucraina se un popolo intero da tre anni si difende con coraggio da un aggressore, di gran lunga militarmente più potente, e se molti Paesi democratici lo sostengono, come nel caso degli Stati membri dell’Unione Europea, anche se non tutti visto che qualcuno tanto democratico non è e anche all’ONU l’altro giorno lo ha confermato in pessima compagnia.

E adesso, Unione Europea, che cosa farai, con chi starai?

Perché qualcosa devi fare se vuoi sopravvivere dopo l’attacco congiunto dei tuoi due aggressori complici, uno da est e l’altro da ovest. Da questo secondo per ora ti difende un oceano, dal primo solo il tuo coraggio. Come quello che ha avuto Zelensky aggredito dal suo ex alleato, diventato predatore contro il suo popolo e le sue residue risorse di Paese distrutto dalla guerra.

Ti ha aiutato, Unione Europea, l’oscena prepotenza esplosa nello Studio ovale della Casa Bianca, ormai colorata di nero. Con chi stare non perdere più tempo a chiedertelo, lo dovresti aver capito da molto tempo: adesso hai solo da decidere che cosa fare per non tradire l’Ucraina e la tua storia e decidere con chi farlo, senza perdere altro tempo con “vassalli USA” dichiarati e, quegli altri anche più pericolosi, che tramano nell’ombra chiedendoti di andare a corte dall’imperatore per un vertice USA-UE, magari per essere tutti aggrediti di nuovo nel penoso teatrino dello Studio ovale.

Dovresti aver capito ormai che sei rimasta sola, ma anche che con te possono stare quanti in questo pezzo di Europa hanno apprezzato democrazia, diritti e benessere, adesso minacciati a morte. Se non vuoi morire, ritrova il coraggio che hai avuto all’inizio della tua straordinaria storia, spiega con pazienza e parole chiare ai tuoi cittadini, qualunque sia la loro nazionalità, i prezzi da pagare per evitare i rischi che corrono e dai quali è tuo dovere proteggerli, se ti vuoi anche tu proteggere.

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