Future elezioni negli Stati Uniti, tra timore e speranza

36

Si è appena conclusa a Chicago la Convention del Partito democratico che ha dato l’investitura ufficiale a Kamala Harris per la corsa presidenziale nelle prossime elezioni di novembre. Sono stati giorni intensi, carichi di emozioni, di discorsi, di ovazioni e di ritrovato entusiasmo in un Partito che da tempo soffriva di una certa depressione. 

Abbiamo assistito infatti al malinconico addio di Joe Biden, al suo passaggio storico di consegne a Kamala, carico di speranze per il futuro dell’America; abbiamo visto passare sul palcoscenico della Convention rappresentanti di peso del Partito, gli Obama e i Clinton in particolare, venuti a sostenere, legittimare e rafforzare l’immagine della candidata Kamala Harris. Abbiamo visto sfilare il candidato Vicepresidente Tim Walz, Governatore del Minnesota, ma anche tante star della cultura e dello sport. 

Mai Convention democratica è stata così spettacolare, così inusuale, così sensibile e cosciente del pericolo rappresentato dal candidato repubblicano Donald Trump, il cui fantasma era al centro di ogni discorso e di ogni esortazione al coraggio e alla fiducia nel futuro. 

E’ stata in ogni caso una Convention cosciente soprattutto dell’urgente necessità di mettere al centro di ogni programma e di ogni strategia per il futuro la difesa della democrazia americana, oggi in evidente difficoltà e certamente ancor più se alle elezioni di novembre dovesse essere minacciata da un Presidente repubblicano come Trump. 

Risuonano ancora infatti gli echi degli attacchi a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, attacchi che hanno tenuto l’America e il mondo intero con il fiato sospeso, lasciando aperte ferite difficilmente sanabili. Non solo, ma le profonde divisioni e ineguaglianze che sono venute a crearsi all’interno della stessa società americana non sono solo sintomo di malessere, ma sono anche pericolosi ostacoli alla vita democratica di un Paese. Basta ricordare al riguardo il recente tentativo di attentato a Trump che, sebbene solo per un soffio non si è trasformato in una tragedia, è stato tuttavia rivelatore di una pericolosa polarizzazione del confronto politico in corso negli Stati Uniti. 

Ora, ristabilire la fiducia dell’insieme della società americana nella democrazia, nello stato di diritto, nella giustizia, nell’insieme delle Istituzioni, unire questa società intorno a temi e politiche socioeconomiche che possono migliorare la qualità della vita di tutti, sembrano essere le grandi sfide interne e le priorità che attendono, se vincesse le elezioni, il nuovo Partito democratico di Kamala Harris uscito dalla Convention di Chicago.

Per Kamala Harris, già sfida in sé, poiché donna e di colore, se eletta, tante saranno le sfide anche in politica estera. In un mondo in pieno cambiamento, dove emergono nuovi e competitivi attori globali e dove infuriano, in particolare, due guerre che chiamano direttamente in causa l’intero Occidente, gli Stati Uniti sono chiamati a fare scelte importanti. Se il sostegno politico e militare all’Ucraina è nel segno della continuità, il quesito si pone nei confronti dell’incondizionato sostegno a Israele per le terribili sofferenze inflitte al popolo palestinese. Ne va della credibilità strategica e morale degli stessi Stati Uniti. 

Anche l’Unione Europea ha guardato e guarderà ora con interesse agli ultimi giorni di campagna elettorale. Se la posta in gioco per il Partito democratico è la salvaguardia della democrazia in senso lato, sarà importante per l’Europa guardare a nuovi ambiti politici di cooperazione e dialogo transatlantici, a partire, ad esempio, dai grandi temi del futuro, dalla sicurezza all’ambiente, dalle nuove tecnologie all’Intelligenza Artificiale. 

Non sarà un’elezione scontata, il Partito repubblicano rimane forte e agguerrito.  Sarà tuttavia bene che l’Europa non si trovi impreparata qualunque sia l’esito delle elezioni americane.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here