Previsioni economiche di primavera 2024: il mercato UE rimane forte nonostante il fragile contesto geopolitico

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La Commissione europea ha pubblicato l’annuale previsione economica complessiva di primavera, che comprende un’ampia gamma di indicatori economici per tutti gli Stati membri dell’UE, i paesi candidati, i paesi EFTA e le altre principali economie di mercato avanzate ed emergenti. Esso riflette l’andamento economico del continente che quest’anno presenta una crescita migliore del previsto a inizio 2024, portando a ben sperare in una graduale espansione dell’attività dopo la stagnazione economica iniziata nell’ultimo trimestre del 2022 e che ha caratterizzato tutto il 2023.

Gli ultimi mesi hanno portato anche una crescita dell’incertezza geopolitica legata principalmente ai conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, inoltre anche il persistere dell’inflazione negli Stati Uniti potrebbe comportare ulteriori ritardi nella riduzione dei tassi negli USA e non solo. Anche sul fronte interno il calo dell’inflazione potrebbe essere più lento del previsto causando una posticipazione del taglio dei tassi da parte delle banche centrali europee.

Tuttavia, secondo le stime di Eurostat, nel primo trimestre del 2024 il PIL è cresciuto dello 0,3% tanto nell’UE quanto nella zona euro, la futura crescita economica sarà trainata, secondo le previsioni, da una costante espansione dei consumi privati, poiché il protrarsi della crescita dei salari reali e dell’occupazione sostiene l’aumento del reddito disponibile reale, che però viene ancora in parte frenato da una forte propensione al risparmio. Rallenta invece la crescita degli investimenti data da un rallentamento del ciclo negativo dell’edilizia residenziale. La crescita degli scambi commerciali sosterrà le esportazioni UE ma il contributo positivo che queste porteranno all’economia sarà compensato da un’accelerazione delle importazioni.

L’inflazione IPCA (Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i Paesi dell’UE) continua a diminuire rispetto al picco del 10,6% dell’ottobre 2022 e si stima che raggiungerà il 2,4%, livello più basso da due anni; secondo le proiezioni continuerà a diminuire raggiungendo l’obiettivo nel 2025. La disinflazione sarà trainata principalmente dalle componenti non energetiche e dai prodotti alimentari, mentre l’inflazione dei beni energetici aumenta e quella dei servizi diminuisce solo gradualmente. Nonostante la crescita contenuta, il mercato del lavoro nell’UE rimane forte, con la creazione nel 2023 di più di due milioni di posti di lavoro, con tassi di attività e di occupazione delle persone di età compresa tra i 20 e i 64 anni a nuovi livelli record dell’80,1% e del 75,5% nell’ultimo trimestre dell’anno e il tasso di disoccupazione al 6%, minimo storico. La solidità del mercato europeo dipende sia dalla forte offerta di lavoro, sostenuta tra l’altro dalla migrazione, sia dalla forte domanda di lavoro; secondo le proiezioni la crescita dell’occupazione nel 2024 calerà allo 0,6% e il tasso di disoccupazione rimarrà invariato.

Infine il calo del disavanzo pubblico dell’UE, dopo una grossa riduzione nel 2021 e 2022, ha subito una battuta d’arresto nel 2023 con l’indebolimento dell’attività economica. Il calo ricomincerà raggiungendo il 3,0% nel 2024 e il 2,9% nel 2025, sospinto in particolare dall’eliminazione graduale delle misure di sostegno connesse all’energia. Il rapporto debito/PIL dell’Unione Europea dovrebbe stabilizzarsi quest’anno all’82,9%, per poi aumentare di circa 0,4 punti percentuali nel 2025.

Per saperne di più: il comunicato della Commissione europea

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