Brexit senza accordo: la Commissione europea chiede che siano apportati adeguamenti tecnici ad alcune misure di emergenza

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Gli adeguamenti riguardano tre aree principali: i trasporti, le attività di pesca e il bilancio dell’UE

Mancano ormai meno di due mesi al 31 ottobre 2019, la data prevista per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea (Brexit). Considerando i recenti sviluppi politici interni al paese britannico, la Commissione europea ha invitato tutte le parti interessate al cosiddetto scenario di “No deal”, ossia alla possibilità di un recesso senza accordo, eventualità non certo desiderabile, ma quanto mai plausibile.

Nonostante se ne senta spesso parlare, è opportuno sottolinearne le conseguenze. Se Brexit dovesse avvenire senza accordo, il Regno Unito sarà a tutti gli effetti un paese terzo rispetto all’Unione Europea. Tutte le norme di diritto primario e secondario dell’UE non saranno perciò più applicabili nel territorio dello Stato britannico e non occorrerà neppure il periodo di transizione previsto dall’accordo di recesso. Pare, dunque, evidente come le conseguenze di questo scenario siano imprevedibili e potenzialmente significative non solo per le imprese, ma anche per gli stessi Stati membri e per i cittadini e le cittadine di entrambe le parti.

A causa della proroga richiesta dal Regno Unito di posticipare il recesso dall’Unione Europea al 31 ottobre 2019, la Commissione europea ha esaminato tutte le misure di preparazione ed emergenza proposte dall’UE per garantirne la validità. Nonostante dal controllo sia emerso come siano ancora perfettamente efficaci, è stata avanzata la richiesta di apportare adeguamenti tecnici ad alcune misure di emergenza.

Questi ultimi riguardano tre aree principali:

  • i trasporti. È stata proposta l’idea di prorogare il regolamento concernente i collegamenti di base per il trasporto di merci e passeggeri su strada fino al 31 luglio 2020 e il regolamento riguardante la connettività di base del trasporto aereo sino al 24 ottobre 2020;
  • le attività di pesca. La Commissione ritiene che il regolamento sulle autorizzazioni di pesca vada esteso per tutto il 2020, garantendo in tal modo ai pescatori e alle pescatrici del Regno Unito e dell’Unione Europea la possibilità di accedere reciprocamente alle rispettive acque;
  • il bilancio dell’Unione Europea. È stata avanzata l’idea di estendere il regolamento di emergenza in materia di bilancio per il 2019, permettendo di fatto al Regno Unito e ai suoi abitanti di poter partecipare ai programmi previsti e a ricevere finanziamenti per tutto il 2020.

Rispetto, invece, alla questione del confine irlandese, la Commissione europea e il governo di Dublino proseguono nella loro reciproca collaborazione con l’obiettivo di mantenere l’integrità del mercato interno e di impedire la nascita di una frontiera fisica. Nello specifico, l’Unione Europea ritiene che la soluzione di salvaguardia individuata nell’accordo di recesso del Regno Unito dall’UE sia l’unica percorribile sia per preservare l’accordo del Venerdì Santo sia per garantire il rispetto degli obblighi di diritto internazionale.

Per ciò che concerne, invece, le persone che saranno più colpite da una Brexit senza accordo, la Commissione ha invitato a estendere il raggio di applicazione del Fondo europeo di solidarietà agli oneri finanziari che potrebbero ricadere sugli Stati membri e a garantire che il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione possa sostenere i lavoratori e le lavoratrici messi in esubero. Misure adeguate sono state altresì proposte per sostenere gli agricoltori e le agricoltrici che dovessero incontrare difficoltà in caso di “No deal”.

Per approfondire: il comunicato della Commissione europea

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