L’UE ha istituito un Comitato permanente per la Cooperazione Operativa in materia di Sicurezza Interna (COSI), con il ruolo di coordinare la cooperazione di polizia e doganale, la protezione delle frontiere esterne e la cooperazione giudiziaria in materia penale.
Il Comitato riferirà periodicamente sulle sue attività al Consiglio Giustizia e Affari interni che, a sua volta, terrà informati il Parlamento Europeo e i Parlamenti nazionali. Il COSI avrà anche il compito di valutare l’orientamento generale e l’efficacia della cooperazione operativa, al fine di individuare eventuali lacune e adottare raccomandazioni per porvi rimedio, inoltre potrà invitare rappresentanti di Eurojust, Europol, Frontex e di altri organismi interessati ad assistere alle sue riunioni al fine di assicurare la coerenza dell’azione di tali organismi.
Oltre all’istituzione del COSI, il Consiglio Giustizia e Affari interni nel corso della sua ultima riunione (25-26 febbraio) ha approvato una strategia di sicurezza interna per l’UE i cui principali obiettivi sono: presentare al pubblico gli strumenti dell’UE esistenti che già contribuiscono a garantire la sicurezza e la libertà dei cittadini e il valore aggiunto fornito dall’azione europea in questo settore; elaborare ulteriori strumenti e politiche comuni che utilizzino un approccio più integrato, al fine di affrontare le cause dell’insicurezza e non solo le conseguenze; rafforzare la cooperazione tra autorità di contrasto e giudiziarie, la gestione delle frontiere, la protezione civile e la gestione delle catastrofi.
La strategia, secondo quanto comunicato dal Consiglio, definisce un modello di sicurezza europeo che integra, tra l’altro, l’azione della cooperazione tra autorità di contrasto e giudiziarie, la gestione delle frontiere e la protezione civile, nel rispetto dei valori europei comuni, quali i diritti fondamentali. «Essa individua le principali minacce e sfide cui è confrontata l’UE, tra cui il terrorismo, la criminalità organizzata, la cibercriminalità , il traffico di stupefacenti e di armi, la tratta di esseri umani, lo sfruttamento sessuale di minori e la pedopornografia, la criminalità economica e la corruzione, la violenza giovanile» spiega il Consiglio, secondo cui anche le catastrofi naturali e di origine umana, quali incendi boschivi e penuria energetica, richiedono prontezza di risposte a livello transfrontaliere, mentre un’altra sfida da affrontare riguarda «fenomeni diffusi che rappresentano una minaccia per i cittadini in tutta Europa, come gli incidenti stradali».