Anche la Francia, dopo Regno Unito, Giappone e Stati Uniti ha deciso di chiudere al pubblico la propria ambasciata in seguito alla minacce di attacchi da parte di gruppi che si dicono legati ad Al Qaida.
Resta invece aperta e operativa l’ambasciata italiana, che «come misura cautelare minima» ha sospeso l’apertura al pubblico ordinario. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha rivolto un appello all’Alto rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Comune, Catherine Ashton, per un coordinamento concreto ed efficace a Sana’a e a Bruxelles tra gli Stati membri.
«La nostra ambasciata a Sana’a resta aperta perchà© l’Italia crede che si debba decidere come Europa e che sia necessaria un’immediata riunione di coordinamento, già fissata per venerdì 8 gennaio».
Sarà , quella annunciata dalla Farnesina, una riunione del Comitato politico e di sicurezza dell’Unione Europea, richiesta dall’Italia per affrontare le questioni legate alla situazione in Yemen con una strategia comune e coordinata a livello comunitario.
«Non credo sia il caso oggi di aprire un nuovo fronte con lo Yemen» ha dichiarato ancora Frattini, dicendosi «certo che ci sarà una consultazione stretta e preventiva con tutti i partner» in merito a un’eventuale operazione militare americana, e annunciando un suo prossimo incontro con il Segretario di Stato americano Hillary Clinton che, a sua volta, ha avuto modo di sottolineare come l’instabilità dello Yemen «sia una minaccia alla stabilità regionale e anche globale. Gli USA affronteranno tale minaccia sostenendo il governo di Sana’a nella lotta contro i terroristi».