Il registro delle lobby per una miglior trasparenza

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Al fine di rendere più trasparente il processo decisionale dell’UE, la Commissione Europea ha varato nel 2008 un registro al quale dovrebbero iscriversi tutti i rappresentanti di interessi, un termine generale per indicare coloro che cercano di influenzare le politiche europee in senso favorevole a determinati gruppi di interesse.
Dalla prima relazione annuale sul registro presentata dall’esecutivo europeo risulta che il numero delle organizzazioni e delle persone registrate è ormai superiore a 2100 e in continua crescita, mentre nella maggior parte gli iscritti al registro sono organizzazioni e non singole persone.
Nel decennio scorso varie funzioni di regolamentazione in molti settori sono gradualmente state trasferite dai livelli nazionali all’UE, cosa che ha attratto a Bruxelles un numero crescente di lobbisti tanto che già   nel 2000 si stimavano migliaia di “gruppi di interesse” con uffici aperti nella città   sede delle istituzioni europee.
Alla luce dell’alto numero di adesioni spontanee al registro verificatesi fino ad oggi, la relazione osserva perಠche per disciplinare il fenomeno delle lobby europee probabilmente non è necessario rendere obbligatoria la loro registrazione.
Secondo il commissario europeo per gli Affari Amministrativi, gli Audit e la Lotta antifrode, Siim Kallas, il registro ha cambiato la cultura interna dell’istituzione: «Oggi i funzionari ci pensano due volte prima di incontrare lobbisti non registrati, e alcuni servizi hanno cancellato le organizzazioni non registrate dai loro contatti o hanno preso misure simili». Ma vari studi legali e think tank, come fondazioni e centri studi, hanno finora boicottato il registro: gli avvocati in nome del carattere riservato dei loro rapporti con i clienti, gli analisti dei centri studi perchà© ritengono che la loro attività   non sia equiparabile al lobbying. Per risolvere il problema la Commissione intende istituire una categoria distinta per i think tank e rivedere le norme sulle informazioni finanziarie, al fine di migliorare la trasparenza: coloro che si registrano devono indicare quanto spendono per l’azione di lobbying e impegnarsi a rispettare un codice di condotta nei loro rapporti con il personale della Commissione. Inoltre, la Commissione sta cercando un accordo con il Parlamento Europeo per unificare i rispettivi registri: in questa direzione va già   l’esistenza di una pagina web comune dalla quale si puಠaccedere ai registri di entrambe le istituzioni dell’UE.

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