Task Force europea sulla sussidiarietà

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Sono stati presentati il 10 luglio scorso a Bruxelles gli esiti del lavoro della Task Force europea sulla sussidiarietà.

La Task Force è stata presieduta dal primo vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans ed era composta da tre rappresentanti del Comitato delle Regioni e tre esponenti dei Parlamenti nazionali (Austria, Estonia e Bulgaria), il Parlamento europeo, che aveva la possibilità di nominare tre componenti della commissione non ha esercitato questa facoltà.

Si era insediata all’indomani del “Discorso sullo stato dell’Unione” del 2017 e nel quadro dei lavori previsti dal Libro bianco sul futuro dell’Europa.

La Task Force aveva il compito di

  • trovare soluzioni per la più efficace applicazione del principio di sussidiarietà, soprattutto con riferimento all’implementazione della normativa e delle policies UE;
  • individuare quelle aree in cui si potesse rendere opportuna una nuova ripartizione delle competenze tra UE e Stati membri;
  • individuare le modalità del migliore e più efficace coinvolgimento delle autorità locali nella predisposizione e nell’attuazione delle politiche europee.

Nel documento che conclude i suoi lavori la Task Force pone l’accento sulle molte sfide che l’UE ha di fronte (sicurezza, difesa e gestione delle migrazioni) e sulle aree su cui deve intensificare la propria azione (cambiamento climatico e innovazione); per «ridisegnare la sussidiarietà – scrivono i componenti della task force) è necessario ridefinire le priorità e riflettere sull’uso più efficiente delle risorse disponibili».

«È necessario – si legge ancora nella Relazione – un nuovo modo di lavorare che presuppone una definizione condivisa del concetto di sussidiarietà e un maggiore coinvolgimento dei soggetti che a livello locale, hanno un ruolo cruciale nell’implementazione della legislazione UE».

È attraverso quella che viene definita «sussidiarietà attiva» che è possibile facilitare la comprensione dell’azione UE definita in termini di co-ownership con gli stakeholders locali.

La Task Force propone anche una serie di strumenti da applicare sia alla legislazione e alle iniziative esistenti sia a quelle future: è necessaria in primo luogo una nuova griglia di lettura del processo decisionale, ma anche nuovi percorsi di coinvolgimento degli stakeholders locali e di valorizzazione dei loro contributi e delle loro valutazioni, senza escludere la possibilità che da ciò derivi la necessità di una revisione legislativa.

I lavori della Task Force confermano, però, l’esistenza del valore aggiunto europeo, per questo nella Relazione conclusiva si dice espressamente che «non ci sono, tra le competenze previste dal Trattato UE, aree che debbano essere ri-delegate agli Stati membri».

La Relazione della Task Force, non esaurisce il lavoro necessario, ma anzi rappresenta un primo passo a cui seguiranno, ad esempio, il prossimo “Discorso sullo stato dell’Unione” (settembre 2018, i lavori della Conferenza di Bregenz (novembre 2018) e quelli del Summit europeo delle città e delle regioni (Bucarest, marzo 2019)..

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