Dopo la commissione europarlamentare Libertà civili, anche l’Aula del Parlamento europeo ha espresso parere favorevole sulla proposta di direttiva che stabilisce un quadro generale per la lotta alla discriminazione per motivi di religione o convinzioni personali, disabilità , età od orientamento sessuale.
La proposta di direttiva pone un divieto di discriminazione da applicare a tutte le persone sia del settore pubblico sia del settore privato, compresi gli organismi di diritto pubblico, per quanto attiene alla sicurezza sociale e all’assistenza sanitaria, alle prestazioni sociali, all’istruzione e all’accesso a beni e servizi disponibili al pubblico e alla loro fornitura, inclusi gli alloggi. I deputati chiedono di includere esplicitamente anche i trasporti e di escludere le transazioni tra privati che non costituiscono un’attività commerciale o professionale. Propongono inoltre di applicare il divieto all’affiliazione e all’attività in associazioni nonchà© alle prestazioni erogate da tali organizzazioni.
L’Europarlamento chiede inoltre di precisare le norme sugli obblighi di banche e assicurazioni quando discriminano in base all’età e sull’accesso alle scuole religiose, nonchà© di rafforzare i diritti dei disabili. Così come auspica anche l’esclusione dalla direttiva delle disposizioni nazionali sulla famiglia, la laicità dello Stato, l’istruzione e la pubblicità . Ai governi dell’UE è chiesto poi di adottare le misure necessarie affinchà© il danno subito a causa di una discriminazione sia effettivamente indennizzato o risarcito.