«Il mercato unico rappresenta una ricchezza per tutti i Paesi dell’UE e bisogna svilupparne al massimo i vantaggi. La verità è che l’apertura dei mercati porta benefici all’occupazione: non si creano nuovi posti di lavoro chiudendo i mercati» dichiara la Commissione europea in merito alle proteste dei lavoratori britannici.
Intanto a Grimsby, nel North East Lincolnshire, alle manifestazioni di protesta dei lavoratori della raffineria Lindsey Oil contro l’assegnazione di un appalto a un’azienda italiana si sono aggiunti quelli degli impianti nucleari di Sellafield e Heysham, gli addetti della raffineria di Grangemouth, e quelli delle centrali elettriche di Longannet, Warrington e Staythorpe, oltre a proteste e scioperi spontanei in altri siti industriali minori. La questione di fondo riguarda le pratiche degli appaltatori, con la richiesta di un’azione a livello di UE per evitare che paghe più basse favoriscano lavoratori stranieri contro quello locali. Inoltre, da più parti è ricordato che la libera circolazione dei lavoratori è un principio fondante dell’UE che non puಠin alcun modo essere messo in discussione.
Mentre il premier britannico, Gordon Brown, e il ministro per le Attività produttive, Peter Mandelson, condannano gli scioperi selvaggi, con Brown che definisce «indifendibili» e «controproducenti» tali scioperi pur comprendendo le ansie dei lavoratori ma garantendo un intervento del governo per evitare ogni forma di discriminazione, è in corso un negoziato tra la Total, proprietaria della raffineria, le organizzazioni sindacali Unite e GMB e la Jacobs, cioè il principale appaltatore dei lavori tra cui il subappalto vinto dall’italiana Irem.
La Total, sottolineando di avere «un processo giusto e rigoroso di assegnazione degli appalti», rende noto che nessuna discriminazione è in corso contro la forza lavoro britannica e che i salari degli italiani e dei portoghesi sono simili a quelli pagati ai colleghi che svolgono mansioni uguali: «Siamo stati uno dei principali datori di lavoro della zona per 40 anni e la maggior parte dei nostri 500 addetti permanenti è del posto. Il nostro investimento da 200 milioni contribuirà al futuro della raffineria e all’occupazione locale» scrive l’azienda in un comunicato.