La solita «guerra del gas» russa

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Come avviene ormai da qualche anno, anche in questo inizio 2009 la Russia ha deciso di sospendere le forniture di gas causa forti contrasti, quest’anno con l’Ucraina accusata di aver rubato parte del gas destinato all’Europa che transita in territorio ucraino.
Il colosso energetico russo Gazprom ritiene infatti che la controparte ucraina (Naftogaz) abbia sottratto 21 milioni di metri cubi di gas, trattenuti in conto pagamento dei diritti di transito. Secondo Gazprom «la parte ucraina riconosce apertamente che sta rubando il gas destinato al transito in Europa» e, dal momento che il negoziato in corso non ha portato finora ad alcun accordo, la compagnia energetica russa ha aumentato i flussi verso l’Europa attraverso i gasdotti bielorussi.
Gazprom ha interrotto il 1° gennaio le forniture di gas all’Ucraina, dopo che era scaduto il contratto sulle consegne di gas russo senza che fosse stato raggiunto alcun accordo sul saldo del debito che Kiev ha nei confronti di Gazprom. L’azienda russa aveva comunque chiesto di portare avanti la trattativa con l’Ucraina, che si sta svolgendo non senza polemiche e provocazioni reciproche. Secondo Gazprom, infatti, gli ucraini non vorrebbero trattare, mentre Naftogaz ha detto di «essere stata costretta» a ridurre il volume di gas russo in transito verso i Paesi dell’UE di 21 milioni di metri cubi al giorno. Ha poi presentato le controproposte per mettere fine ai contrasti, offrendo 235 dollari per 1000 metri cubi di gas, a fronte di un prezzo russo di 250 dollari, e un aumento fino a 1,8 dollari per 100 chilometri dei costi di transito, attualmente a 1,7 dollari.
Il presidente ucraino, Viktor Yushchenko, ha quindi rivolto un appello alla Commissione europea affinchà© intervenga come mediatrice. Dal canto suo l’UE ha invitato le due parti a giungere al più presto ad un accordo, sottolineando che «tutti gli impegni relativi alla fornitura e al transito del gas devono essere rispettati».

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