ONU: storica dichiarazione per i diritti

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Per la prima volta è stata presentata all’Assemblea generale delle Nazioni Unite una dichiarazione che estende la protezione internazionale dei diritti umani all’orientamento sessuale e all’identità   di genere, iniziativa che ha ottenuto il sostegno di ben 66 Stati.
La dichiarazione condanna gli abusi dei diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT), riaffermando «i principi di non discriminazione, in base ai quali i diritti umani sono validi per ogni essere umano allo stesso modo senza riguardo per l’orientamento sessuale o l’identità   di genere». I Paesi sostenitori della dichiarazione hanno affermato la loro preoccupazione per «le violazioni dei diritti umani e delle libertà   fondamentali basati sull’orientamento sessuale o sull’identità   di genere», ricordando come «violenza, molestia, discriminazione, esclusione, stigmatizzazione e pregiudizio sono indirizzati contro le persone in tutti i Paesi del mondo a causa dell’orientamento sessuale o dell’identità   di genere». La dichiarazione condanna poi fermamente le uccisioni, la tortura, l’arresto arbitrario e la «deprivazione dei diritti economici, sociali e culturali, tra cui il diritto alla salute».
Attualmente sono ancora oltre 60 i Paesi che puniscono per legge l’omosessualità  , per questo i sostenitori dell’iniziativa hanno chiesto a tutte le nazioni di «promuovere e proteggere i diritti umani di tutte le persone, a prescindere da orientamento sessuale e identità   di genere» e di porre fine all’applicazione di sanzioni penali nei confronti delle persone LGBT.
Nel corso degli anni, altri organismi internazionali quali il Consiglio d’Europa e l’Unione europea hanno preso posizione contro la violenza e la discriminazione ai danni di persone LGBT, mentre nel 2008 tutti i 34 Stati membri dell’Organizzazione degli Stati Americani hanno approvato all’unanimità   una dichiarazione in cui si afferma che le forme di protezione dei diritti umani si estendono all’orientamento sessuale e all’identità   di genere.
Ora, nel 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani la questione è giunta anche all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, attraverso una dichiarazione innovatrice che ha trovato il sostegno di 66 Paesi di tutti i continenti sconfiggendo un’intensa opposizione: 57 Stati hanno infatti firmato un testo alternativo promosso dall’Organizzazione della Conferenza Islamica che, pur affermando i «principi di non discriminazione e uguaglianza» sosteneva che i diritti umani universali non includono «i tentativi di concentrarsi sui diritti di certe persone». Anche il Vaticano, inizialmente contrario alla dichiarazione, ha poi chiesto all’Assemblea generale dell’ONU di invocare l’abrogazione delle sanzioni penali per i comportamenti omosessuali.

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