Dialogo interculturale: bilanci e prospettive

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Il 2008 che volge al termine invita l’Europa a fare il bilancio delle attività   svolte lungo il corso dell’anno e a riflettere sugli obiettivi raggiunti. Quest’anno è stato soprattutto l’Anno europeo del dialogo interculturale, disseminato di eventi e di iniziative per promuovere l’integrazione delle diversità  , il confronto e incontro costruttivo di culture e cittadini europei. A Parigi, la presidenza francese dell’UE ha organizzato dal 17 al 19 novembre scorsi il Convegno «Nuove prospettive per il dialogo interculturale in Europa». Tale Convegno ha rappresentato il punto di arrivo dell’Anno europeo e il momento di rielaborazione di nuove strategie di lunga durata per sostenere il dialogo interculturale all’interno delle politiche dell’UE, dei suoi Stati membri e delle collettività   territoriali.
L’Anno europeo del dialogo interculturale era stato ufficialmente inaugurato il 4 gennaio 2008 dal presidente della Commissione europea Josà© Manuel Barroso, dal primo ministro sloveno e dal presidente del Parlamento europeo Hans Gert Pà ¶ttering. In occasione del lancio della campagna di comunicazione relativa a quest’anno europeo, ad un mese dal suo inizio, Jà ¡n Figel’, commissario europeo per Istruzione, Formazione e Gioventù, aveva sottolineato la necessità   di crescita e di cambiamento per la società   europea: «Nel XXI secolo, l’Europa deve far fronte ad una nuova sfida: come diventare una società   interculturale fondata sullo scambio, nel pieno rispetto delle idee di ognuno, tra individui e gruppi di provenienza culturale diversa. Vogliamo superare le società   multiculturali, nelle quali le culture e le comunità   si limitano a coesistere: la semplice tolleranza dell’altro non basta più. Dobbiamo iniziare una vera metamorfosi delle nostre società   per creare un’Europa interculturale nell’ambito della quale gli scambi e le interazioni tra le culture si svolgano in modo costruttivo e la dignità   umana sia universalmente rispettata».
Una sfida che poteva sembrare difficile, ma come ha dichiarato il commissario Figel’: «Anche 50 anni fa l’idea di riunire sotto l’egida dell’Unione europea tutte le varie popolazioni del continente sembrava impossibile da realizzare». Oggi tuttavia i risultati sono visibili. L’Europa dunque ha il compito di continuare ad affermare il suo successo nell’unire vari Paesi europei.
L’Anno europeo del dialogo interculturale ha sin da subito incontrato un’opinione pubblica europea positiva e bendisposta a lavorare per i suoi obiettivi e raccogliere le sue sfide. Secondo un’indagine dell’Eurobarometro, sulla base di risposte raccolte nel mese di novembre 2007, due terzi degli europei avevano, al tempo dell’inchiesta, contatti quotidiani con almeno una persona di un’altra religione, etnia o nazionalità  . Ciಠdimostra che le interazioni interculturali costituiscono un elemento comune nell’UE. Oltre il 70% degli intervistati considerava positive queste relazioni. Infine l’indagine confermava che una larga maggioranza di cittadini europei era persuasa che la differenza culturale costituisca un arricchimento per la vita quotidiana di ciascuno. àˆ quindi vero che i benefici del dialogo interculturale sono largamente riconosciuti nell’Unione europea, anche se questo non impedisce ai cittadini di mantenere legami molto forti con le diverse culture nazionali e particolari.
Le attività   svolte durante l’anno si sono basate su questo atteggiamento positivo. L’Anno europeo del dialogo interculturale è riuscito a coinvolgere e mobilitare tutti i livelli della società   e a smuovere l’opinione pubblica. Seguendo il motto «dal basso verso l’alto» manifestazioni ed eventi hanno visto la partecipazione della società   civile a livello nazionale, regionale e locale. Le statistiche rilevano 524 eventi nazionali organizzati nell’ambito del dialogo internazionale e oltre 400 progetti avviati durante l’anno. Infine, ben 91 «ambasciatori del dialogo interculturale» sono stati eletti nei diversi Stati membri come simbolo e bandiera dell’importanza e dei benefici del dialogo interculturale.
In continuità   con gli obiettivi all’origine dell’Anno europeo 2008, il Convegno organizzato dalla presidenza francese dell’UE ha sottolineato la volontà   e l’esigenza dell’Unione europea di continuare il lavoro iniziato.
In un’Europa che di anno in anno diventa culturalmente sempre più diversificata, con la prospettiva di nuovi allargamenti, i continui riflessi della globalizzazione sulla vita quotidiana e la maggiore mobilità   di cittadini e lavoratori, il carattere multiculturale di ogni singolo Stato membro continuerà   a crescere. L’incontro e lo scambio tra lingue, religioni, etnie e culture è la risposta che l’Europa ha elaborato quest’anno, ponendo le basi per un’arricchita idea di identità   e di cittadinanza europea e un dialogo più consapevole tra culture.

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