Le parole di Juncker per la Giornata della Memoria

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In occasione della Giornata della Memoria, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha ricordato il dovere di fermarci a riflettere su quanto è accaduto in passato, rievocando le parole del premio Nobel Elie Wiesel, la quale affermò che «La memoria è diventata un sacro dovere di tutte le persone di buona volontà».

Un passaggio del discorso è stato dedicato a Roman Herzog, ex presidente tedesco recentemente scomparso: «È stato lui, nel 1996, a iscrivere nel diritto tedesco il 27 gennaio quale Giorno della memoria delle vittime del nazismo; il suo gesto ha messo in moto un processo che nel 2005 ha portato le Nazioni Unite a dichiarare il 27 gennaio Giorno internazionale della memoria dell’Olocausto».

Le parole dell’ex premier lussemburghese sembrano usare la storia come una chiave di lettura del presente: «In questi tempi controversi, la memoria non è solo il ricordo del passato, è anche la bussola per il futuro, per non ripetere gli stessi errori, cadendo nelle stesse trappole come abbiamo fatto in passato, consentendo il dilagare della discriminazione e dell’odio», poiché «basta un battito di ciglia perché l’odio si trasformi in sobillazione e violenza».

Infine, Juncker, facendo riferimento al dibattito sulle “notizie false”, ha voluto sottolineare l’esigenza di non abbassare la guardia dinnanzi a qualsivoglia tipologia di negazionismo «sia che si tratti del negazionismo “estremo”, che pretende che l’Olocausto non sia mai avvenuto – e che la legge considera reato – sia che si tratti di negazionismo “leggero”, che si esprime sminuendo l’ampiezza e la profondità del male incarnato dalla Shoah».

«L’Europa continuerà a essere il luogo della pace e della tolleranza, dove si costruiscono ponti e si resiste alla discriminazione e all’intolleranza» ha concluso il presidente della Commissione.

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