Istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite nel 1994 la Giornata celebra i diritti dei 370 milioni di persone appartenenti a popolazioni indigene (si stima nel mondo ve ne siano 5.000) che vivono in diverse regioni del mondo .
Tali diritti sono sanciti dalla «Dichiarazione» adottata dall’ONU nel 2007 con il consenso di 143 Paesi su 192 aderenti, e dalla Convenzione n. 169 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL-ILO) adottata nel 1989.
Le celebrazioni della Giornata Mondiale 2011 hanno rappresentato l’occasione per un appello lanciato dal Segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon a favore del rispetto delle culture e del «diritto di proprietà intellettuale» di queste popolazioni che «andrebbero ricompensate per l’altrui utilizzo dei loro saperi tradizionali».
Constatando che «le popolazioni indigene devono superare molti ostacoli per preservare le loro identità , le loro tradizioni e i loro costumi» e che «le loro culture sono talvolta sfruttate a fini commerciali senza che i popoli detentori di questo patrimonio culturale ricevano ciಠche sarebbe loro dovuto» Ban Ki-moon incoraggia i governi nazionali ad «adottare misure concrete per rispondere ai problemi più frequenti: marginalizzazione, povertà estrema e perdita di territori e di risorse».
In vista della Conferenza mondiale sulle popolazioni indigene, prevista per il 2014, il Segretario generale ONU ha inoltre chiesto l’impegno di tutti a mettere fine, grazie alla stretta collaborazione tra comunità indigene e Amministrazioni statali, alle gravi violazioni dei diritti dell’uomo di cui spesso queste popolazioni sono vittima.
L’Alto Commissario ONU per i Diritti dell’uomo Navi Pillay ha invece espresso la propria preoccupazione per il rischio che le popolazioni indigene perdano (o per il fatto che abbiano già perso) le loro terre e le loro risorse nel nome dello sviluppo.
«Assistiamo troppo spesso – ha detto Pillay- a conflitti tra popolazioni indigene e imprese o governi nazionali a causa di progetti di sviluppo varati senza tenere conto delle popolazioni indigene. Il diritto allo sviluppo è uno dei diritti umani e le popolazioni indigene hanno il diritto di autoderminare il loro sviluppo».
Anche la direttrice generale dell’UNESCO Irina Bokova ha rilasciato una dichiarazione nella quale si trova un esplicito riferimento al patrimonio culturale delle popolazioni indigene che «possiedono alcune conoscenze-chiave per affrontare le sfide mondiali». Queste popolazioni «hanno sviluppato saperi che gettano nuova luce sullo sviluppo sostenibile e sulla tutela della biodiversità » e vanno difese dalle discriminazioni che subiscono.
Infine l’Alto Rappresentante UE per la Politica Estera Catherine Ashton ha ricordato sia l’impegno dell’UE e degli Stati membri in sede ONU e in sede OIL-ILO, sia il sostegno «pratico e finanziario» dato dall’UE alle popolazioni indigene nel mondo nel quadro delle attività finalizzate a promuove la coesione sociale: dai progetti di sviluppo sostenibile in Colombia a quelli di sostegno alle comunità del Nepal ai programmi di sussistenza realizzati nelle Filippine, fino ai progetti di cooperazione trans-nazionale tra le popolazioni indigene di Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia. Tutti questi interventi vengono realizzati, come ha ricordato Ashton, nel rispetto di quanto sostenuto dal «Consenso Europeo per lo sviluppo» del 2005: «Il principio chiave per la salvaguardia dei diritti delle popolazioni indigene nella cooperazione allo sviluppo consiste nell’assicurare loro la piena partecipazione ai processi in una logica di consenso prioritario e informato».
Home News Informazione sociale e diritti 9 agosto: Giornata Mondiale dei diritti dei popoli indigeni