2013 – l’Anno della cittadinanza europea

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Le questioni finanziarie hanno concentrato l’attenzione generale, concetti prima sconosciuti quali “spread” o EMF sono entrati a far parte del linguaggio comune. Malgrado l’attenzione dei media e delle principali istituzioni nazionali ed europee a temi finanziari, poca attenzione è stata dedicata a questioni più vicine ai cittadini. L’Anno della cittadinanza europea è una proposta della Commissione per diffondere la conoscenza dei diritti e delle opportunità offerte ai cittadini dei Paesi membri dall’ordinamento comunitario.

Nel 1992, il Trattato di Maastricht introdusse la cittadinanza europea. Formalmente, questo strumento associava una seconda cittadinanza sovranazionale a quella nazionale conferita a tutti i cittadini degli Stati membri dell’Unione Europea. L’istituto della cittadinanza europea mirava a consolidare e facilitare l’accesso ai diritti riconosciuti ai soggetti di diritto europeo, ovvero i lavoratori o fornitori di servizio transnazionali, sotto un’unica struttura giuridica. Tuttavia, la cittadinanza dell’Unione Europea assunse anche un valore politico, in quanto costituisce una condizione originaria di ogni cittadino di un Paese membro che esclude categoricamente discriminazioni in base al paese d’appartenenza (C-184/99). Questo significa che, dal 1993 anno di entrata in vigore del trattato, i cittadini dell’Unione possono godere del un diritto di libera circolazione non vincolato da rapporti economici e posso scegliere dove vivere o studiare liberamente, partecipando alla vita democratica e a pari condizioni dei cittadini del paese da essi prescelto (C-413/99).

La cittadinanza europea offre alcuni strumenti utili ad affrontare la crisi economica. Per esempio, il diritto di libera circolazione e stabilimento permette l’ampliamento significativo sia della domanda che dell’offerta di lavoro. Da un punto di vista macroeconomico, la cittadinanza europea permette una maggiore redistribuzione delle risorse, consentendo a coloro che vivono in aree in difficoltà di trovare un lavoro in un mercato ben più grande di quello nazionale, spesso a delle condizioni migliori, redistribuendo una parte dei salari verso le comunità d’origine. Secondo Viviane Reding, Commissario per la Giustizia, i Diritti fondamentali e la Cittadinanza, il diritto di libera circolazione (Art. 21 Trattato sul funzionamento UE) è il diritto più rappresentativo della costruzione europea, in quanto sia i cittadini che le imprese hanno approfittato della progressiva eliminazione delle barriere alla circolazione di beni, servizi e persone. Esso costituisce la più tangibile espressione dei benefici offerti dalla cittadinanza europea. Oltre alla libera circolazione, stabilimento per motivi di lavoro o studio, l’ordinamento europeo conferisce diritti in diverse materie, quali il voto attivo e passivo, la tutela della salute o del consumatore, pensioni o il riconoscimento dei diplomi e delle qualificazioni professionali. Secondo i dati della Commissione Europea, nel 2010, 12.3 milioni di persone hanno scelto di vivere in un Paese dell’UE diverso dal loro (Flash Eurobarometer 294).

Le istituzioni riconoscono che la mobilità interna dei cittadini possa ancora crescere, ma richiede che tutti i cittadini siano coscienti dei loro diritti e a loro agio mentre viaggiano, acquistano, studiano o si stabiliscono in un altro paese.

Uno dei programmi previsti per la celebrazione del trentesimo anniversario dell’entrata in vigore del Trattato di Maastricht sarà l’Anno della cittadinanza europea. Si tratta di un’iniziativa sostenuta principalmente dalla Commissione Europea al fine di promuovere una cittadinanza europea attiva. Il progetto si compone di tre elementi principali: promuovere la conoscenza dei diritti e delle opportunità offerte dalla cittadinanza europea, stimolare il dibattito sugli ostacoli che impediscono il libero godimento di questi diritti, incoraggiare la partecipazione della società civile al processo decisionale europeo. La Commissione servirà da coordinatore, offrendo risorse e documentazione in diverse lingue mentre le attività sul territorio saranno promosse da soggetti interessati, secondo il principio di sussidiarietà. Sono previsti dei bandi per accedere a un fondo di un milione di euro da destinare sia a progetti promossi da realtà locali che per organizzazioni non governative e federazioni di associazioni operanti a livello europeo. Inoltre, La Commissione organizzerà diverse conferenze tematiche e metterà a disposizione i funzionari dell’UE per eventi nazionali, regionali e locali. Infine, le istituzioni investiranno sulla visibilità dei propri centri Europe Direct, del servizio SOLVIT (per la risoluzione di problemi legati alla mancata applicazione di norme europee da parte di amministrazioni locali) e di diversi canali informativi telematici.

La cittadinanza europea conferisce ai propri cittadini diversi diritti, ma questi spesso non sono conosciuti a sufficienza.

L’Anno della cittadinanza europea sarà un’opportunità per informare i cittadini europei in merito ai loro diritti e promuovere alcuni degli strumenti che concretamente possono cambiare le loro vite. Nell’UE, lavorare o studiare all’estero rappresenta un’occasione di crescita professionale, mantenendo i propri diritti sociali e restando legati al proprio territorio.

 

 di Mattia Salamanca Orrego


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