«L’UE e i suoi Stati membri non possono continuare a ignorare una delle maggiori crisi umanitarie del mondo», cioè quella dell’Iraq nel quinto anniversario dell’invasione statunitense, per questo otto ONG europee chiedono un maggior impegno europeo nella protezione dei profughi iracheni.
Sono milioni i profughi e gli sfollati provocati da cinque anni di conflitto, quasi 2 milioni di profughi e rifugiati si trovano all’estero (soprattutto in Siria e in Giordania) e circa 2,4 milioni sono sfollati interni di cui almeno 400.000 particolarmente vulnerabili, secondo le ultime stime dell’UNHCR. Complessivamente, si stima che quasi 6 milioni di iracheni abbiano bisogno di urgente assistenza umanitaria in conseguenza del conflitto.
Eppure, secondo la denuncia del gruppo di ONG, i Paesi dell’UE non si assumono adeguatamente le loro responsabilità per assistere i richiedenti asilo iracheni, gli sfollati in Iraq e i Paesi vicini che ospitano profughi e rifugiati. Il numero di richiedenti asilo iracheni nell’UE è ancora piuttosto basso (solo Svezia e Grecia registrano un numero rilevante di domande) e i trattamenti che ricevono sono molto differenti da uno Stato membro all’altro, mentre solo 7 Paesi dell’UE offrono programmi per la sistemazione dei rifugiati vulnerabili provenienti da Paesi terzi.
Constatando tale situazione, le ONG rivolgono alcune richieste all’UE: assicurare effettiva protezione ai richiedenti asilo iracheni ovunque essi facciano domanda; assicurare che nessuno sia sottoposto al rientro forzato in Iraq; accrescere i programmi di supporto per i rifugiati maggiormente vulnerabili quali donne, minori e vittime di tortura; stanziare finanziamenti e assistenza tecnica per i Paesi della regione che ospitano profughi e rifugiati iracheni, in collaborazione con le agenzie dell’ONU e le ONG che lavorano con queste persone; prevedere fondi per risposte di emergenza e ripristino all’interno dell’Iraq.