La commissione Libertà civili del Parlamento europeo ha approvato la direttiva antidiscriminazioni, che dovrà proteggere i cittadini da discriminazioni basate su credo e religione, età , sesso e orientamento sessuale, disabilità , direttiva che ha così superato la prima tappa dell’iter parlamentare.
Proposta dalla Commissione europea il 2 luglio 2008, la direttiva copre tutti i settori oltre ai luoghi di lavoro (per i quali esiste già una normativa europea antidiscriminatoria) e riguarderà i servizi sociali e sanitari, l’educazione, l’alloggio e l’accesso a beni e servizi, mentre resteranno escluse le relazioni tra privati che non abbiano carattere professionale e commerciale.
La direttiva dovrà coprire anche i casi di discriminazione multipla e «per associazione», cioè quando si è discriminati per il legame che si ha con una vittima di discriminazione, mentre includerà tra le forme di discriminazione anche le molestie (harassment).
Gli eurodeputati hanno sottolineato che la normativa non avrà alcuna incidenza sul diritto di famiglia, sulla laicità dello Stato, sull’organizzazione dei curricula scolastici o sulle differenze di trattamento basate sulla nazionalità , lasciando completamente inalterato l’equilibrio di divisioni tra l’UE e i suoi Stati membri.
Dopo aver incassato il voto positivo della commissione europarlamentare, la direttiva antidiscriminazioni sarà sottoposta all’inizio di aprile al voto della plenaria, che sulla materia ha potere solo consultivo.